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BERNA«FFS e la Posta complici delle violazioni di Uber»

04.04.17 - 11:00
Unia, SEV e syndicom si sono dati appuntamento oggi nella capitale per protestare: «Un modello d'affari basato sull'aggiramento della legge»
Keystone
«FFS e la Posta complici delle violazioni di Uber»
Unia, SEV e syndicom si sono dati appuntamento oggi nella capitale per protestare: «Un modello d'affari basato sull'aggiramento della legge»

BERNA - Unia, SEV e syndicom si sono dati appuntamento oggi a Berna presso le sedi principali delle Ferrovie federali svizzere (FFS) e della Posta per protestare contro la loro collaborazione con il servizio di trasporti Uber.

Secondo i sindacati è scandaloso che due aziende parastatali abbiano integrato nelle loro applicazioni mobili per la pianificazione dei viaggi dei servizi del gruppo statunitense che «viola sistematicamente la legislazione svizzera».

«Il modello d'affari di Uber si fonda sull'aggiramento della legge», affermano in un comunicato odierno congiunto i sindacati precisando che il gruppo - che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato via app mettendo in collegamento diretto passeggeri e autisti - non riconosce i suoi dipendenti in quanto tali, nega loro ogni diritto di lavoratori e rifiuta di versare i contributi dovuti alle assicurazioni sociali.

Inoltre Uber, «servendosi di un sotterfugio che costringe gli autisti ad una pseudoindipendenza, evita di pagare l'imposta sul valore aggiunto».

«Le FFS e la Posta si rendono complici di una violazione della legge», sostiene la presidente di Unia Vania Alleva, citata nella nota. «Il modello Uber inganna allo stesso modo lo Stato, i dipendenti e i clienti», aggiunge.

Daniel Münger, responsabile del settore Logistica di syndicom, mette in guardia dai pericoli provocati da un consolidamento di questo modello: «Uber intasca i profitti e fa ricadere l'intero rischio sugli autisti, a scapito delle condizioni di lavoro». Diversi di loro sono già stati segnalati dalla polizia e condannati per infrazioni dell'Ordinanza sull'ammissione alla circolazione (OAC) e dell'Ordinanza sulla durata del lavoro e del riposo (OLR 2), ricordano i sindacati nel comunicato.

Tra i compiti delle FFS e della Posta vi è lo sviluppo di nuove visioni sulla futura mobilità, «ma se il dumping sociale praticato da Uber è il prezzo che dobbiamo pagare per la mobilità futura, allora preferiamo rinunciarvi!» dichiara il presidente del Sindacato del personale dei trasporti (SEV), Giorgio Tuti. «Un partenariato con un'impresa che elude la legge e rifiuta di collaborare con le autorità (...) è tutt'altro che visionario, deteriora le condizioni di lavoro e avvelena il partenariato sociale».

Unia, SEV e syndicom chiedono «l'immediata cessazione di ogni collaborazione con un servizio di trasporti che ricorre a metodi di dumping».

Questa mattina si è inoltre svolta un'azione di volantinaggio in otto stazioni ferroviarie svizzere, volta ad attirare l'attenzione su questa «inopportuna collaborazione». All'azione hanno preso parte anche numerosi tassisti, pronti a difendersi contro la concorrenza sleale di Uber.

Le reazioni alle proteste sindacali - Le FFS prevedono l'integrazione del servizio taxi Uber nella loro app nel primo semestre del 2017, ma il termine preciso non è stato ancora fissato, ha riferito una portavoce delle FFS all'ats, aggiungendo: «Se dovesse emergere che i nostri partner violano la legge, il rapporto d'affari verrebbe immediatamente concluso».

Per quanto riguarda la Posta, la collaborazione con Uber è già in corso tramite l'app "NordwestMobil", progetto che riguarda l'area di Basilea, partito ad ottobre 2016 e che durerà fino all'autunno. Nonostante le proteste sindacali la collaborazione continuerà: «Finché contro Uber non ci sarà in vigore alcun divieto - fa sapere la Posta in un comunicato - tratteremo il servizio come un'offerta legale». In ogni caso, si precisa nella nota, «la Posta tiene la situazione sotto osservazione».

Uber è presente a Losanna, Ginevra, Basilea e Zurigo. Alla questione si è interessato anche il Consiglio federale, che a marzo ha risposto alla consigliera nazionale Edith Graf-Litscher (PS) senza in realtà prendere posizione sull'attività delle FFS e della Posta, affermando che la questione ricade nell'area di responsabilità delle aziende stesse.

Alla richiesta di numerosi parlamentari di sottoporre a controlli le imprese fornitrici di servizi di taxi per verificare se siano conformi alle disposizioni legali, il Consiglio federale ammette tuttavia la necessità di vigilare. A tale scopo la ministra dei trasporti Doris Leuthard ha già messo in campo un gruppo di lavoro.

Uber, contattata dall'ats, dichiara che le accuse dei sindacati "non sono più accettabili" e che sarebbero state volontariamente omesse informazioni per fare propaganda negativa contro l'azienda. Uber lavora con le stesse modalità delle più grandi aziende svizzere che offrono servizio taxi esclusivamente con autisti indipendenti, i quali, da sempre, sono personalmente responsabili per i propri contributi sociali.

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