Il promotore è il Gruppo per una Svizzera senza esercito. Obiettivo: vietare alla Banca nazionale svizzera e alle Casse pensione di investire nelle industrie dell'armamento
BERNA - Il Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE o GSoA) lancia l'iniziativa "Per un divieto di esportazione di materiale bellico". La stessa organizzazione aveva visto respingere un simile testo nel 2009.
Il lancio dell'iniziativa è stato votato all'unanimità oggi in assemblea a Soletta, ha comunicato il GSsE. Mentre milioni di persone vengono costrette a fuggire da guerra e miseria, il commercio delle armi viaggia a pieno ritmo. Anche la piazza finanziaria elvetica gioca un ruolo importante, ha sottolineato il gruppo.
L'iniziativa popolare, che dovrebbe essere pubblicata l'11 aprile sul Foglio federale, vuole vietare alla Banca nazionale svizzera (BNS) e alle Casse pensione di investire nelle industrie dell'armamento. Inoltre, la Confederazione dovrebbe esigere determinate condizioni da banche e assicurazioni.
Questa industria approfitta dei conflitti e li fomenta con la fornitura di armi, prosegue il GSsE. "Con il nostro testo vogliamo finalmente mettere dei limiti", ha affermato il Segretario Lewin Lempert, citato nella nota.
L'iniziativa è sostenuta, oltre che dallo GSsE, dai giovani Verdi così come da 37 organizzazioni. Ieri i delegati del PS, riuniti a Castione, hanno deciso di dare il loro appoggio.