Un liceo del basilese vorrebbe vietarli: «Sono un pugno in un occhio», ma c'è chi è contrario: «Piuttosto che un divieto, se ne parli con loro»
BASILEA - I pantaloni della tuta, si sa, vanno tantissimo: Adidas, Nike, Reebook e chi più ne ha, più ne metta. Spesso costano anche più di un paio di jeans di marca e sono indossati dai cantanti, sportivi e youtuber più cool sulla piazza. Non è un caso, quindi, che anche ai ragazzi piacciano un sacco e li indossino a tutto spiano.
«Sono un pugno in un occhio» - Per alcuni docenti del ginnasio basilelese Leonhard però così non va bene, vorrebbero vietarli e hanno già attivato l'iter per l'attuazione. A confermare i fatti a Bz Basel lo stesso portavoce del Dipartimento educazione del cantone di Basilea Città Simon Thiriet. Fra le motivazioni addotte dal corpo insegnante dell'istituto, oltre al fatto che le tute siano «un pugno in un occhio», anche l'associazione di questo stile di vestire con teppisti e malavitosi «provenienti dall'Est».
Un precedente che interessa - Stando alla Schweiz am Wochenende l'idea però non piace per niente ai giovani studenti che avrebbero già manifestato aperta opposizione con anche «reazioni violente». Per questo motivo l'istituto sta tentando di trovare un modo per attuare il tutto evitando il più possibile le turbolenze. Come confermato dallo stesso Thiriet la situazione del Leonhard interessa tutto il cantone, e rischia di diventare un precedente per la questione «quanto può una scuola intervenire sull'abbigliamento di chi la frequenta?». Per lui comunque è certo: «Quei pantaloni devono essere indossati in palestra, e basta».
«No al divieto, sì al dialogo» - «Associamo il training e questo modo di vedere agli stupidi, agli sfaccendati o peggio», spiega al domenicale la presidentessa dalla Conferenza Cantonale della scuola di Basilea (Ksbs) Gaby Hintermann che però si pone contro al divieto tassativo prediligendo piuttosto un dialogo fra insegnanti ed allievi. «L'adolescenza è un momento in cui si esplorano i propri limiti, questo è vero anche nel vestiario. Ci sono un sacco di ragazze che arrivano a scuola decisamente troppo poco vestite», conferma, «In quei casi alcuni insegnanti hanno delle t-shirt taglia XXL da distribuire per "coprirle" senza troppi drammi».