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GRIGIONIWEF: Svizzera e Québec rafforzano la cooperazione

19.01.17 - 16:10
Visita lampo, questa mattina a Davos, da parte di Guy Parmelin
WEF: Svizzera e Québec rafforzano la cooperazione
Visita lampo, questa mattina a Davos, da parte di Guy Parmelin

COIRA - Svizzera e Québec vogliono rafforzare la cooperazione nel settore energetico e della protezione del clima. La presidente della Confederazione Doris Leuthard e il primo ministro della provincia canadese hanno sottoscritto oggi a Davos (GR), a margine del World economic forum (WEF), una dichiarazione d'intenti in questo senso.

Gli obiettivi contenuti nel documento riguardano l'efficienza energetica nel settore degli edifici e nell'industria, oltre alla riduzione delle emissioni del traffico stradale, si legge in una nota dell'Ufficio federale dell'energia (UFE). La cooperazione riguarda anche le energie rinnovabili e le reti di stoccaggio di energia.

Berna e Québec hanno obiettivi di politica energetica molto simili, ha dichiarato dopo la firma la ministra elvetica. Come la Svizzera, la provincia canadese punta molto sull'idroelettrico, anche se su scala più grande. «La nostra infrastruttura è in parte vecchia e deve essere rinnovata», ha rilevato Leuthard, sottolineando come i due Paesi potranno trarre beneficio dalle relative esperienze.

Anche il primo ministro Philippe Couillard si è rallegrato della cooperazione, dicendosi convinto che le priorità fissate nel memorandum siano fondamentali per la lotta al cambiamento climatico.

Rafforzando la collaborazione, Svizzera e Québec, entrambi dotati di eccellenti centri di ricerca e di imprese tecnologiche altamente innovative, contribuiranno a una più rapida affermazione delle soluzioni innovative, precisa la nota dell'UFE.

L'origine della dichiarazione d'intenti risale alla visita di lavoro di Leuthard in Canada nell'ottobre del 2016, in occasione della quale ha discusso con il Primo ministro del Québec di possibili cooperazioni nel settore energetico e climatico.

Visita lampo di Guy Parmelin - Il consigliere federale e ministro della difesa Guy Parmelin ha compiuto una visita lampo oggi a Davos, dove ha incontrato i soldati impegnati nella sicurezza e la ministra tedesca della difesa Ursula von der Leyen.

In un breve colloquio con i media Parmelin ha sottolineato la buona collaborazione tra Svizzera e Germania in materia di formazione e assistenza militare, citando in particolare l'impegno comune in Kosovo. Ha anche evidenziato le sfide alle quali la difesa dei due Paesi deve far fronte: attacchi informatici alle aziende e terrorismo.A proposito dell'hackeraggio subito dalla Ruag, la società di armamento della Confederazione, ha ammesso che la strategia elvetica «può essere migliorata».

Altri miglioramenti realizzabili: le condizioni di alloggio dei soldati e il loro abbigliamento, per affrontare al meglio il freddo. Parmelin, dopo aver rimarcato la forte motivazione dei militi impegnati a Davos, ha precisato che ne parlerà con il capo dell'esercito.

Quanto al taglio di 56 milioni di franchi che il suo dipartimento è chiamato ad operare - operazione che si tradurrà quest'anno nella soppressione di 300 posti a tempo pieno - ha dichiarato: «Per il momento non è previsto alcun licenziamento, ma se il parlamento deciderà di realizzare tagli trasversali dell'ordine di 100 milioni nella sessione primaverile, non posso escludere di dover licenziare».

Nel pomeriggio Parmelin ha partecipato a diversi incontri sul tema della sicurezza. Il rientro a Berna è previsto in serata.

Panama vuole sedersi al tavolo per riformare sistema - «I Panama papers ci hanno fatto correre. È necessario che tutte le parti si siedano al tavolo per discutere la riforma delle tasse e definire gli standard internazionali». È quanto ha affermato la ministra degli esteri di Panama e vice premier, Isabel de Saint Malo de Alvarado, durante il dibattito sulle ''tasse senza confini'' al Forum economico mondiale (WEF) di Davos.

Durante tutto il dibattito la rappresentante del governo panamense ha sottolineato che il Paese ha cambiato direzione e soprattutto che «quello della tassazione è un problema al quale Panama vuole partecipare per trovare una soluzione, come tutti gli altri».

La preoccupazione di Panama è chiara. «Quando un Paese mette Panama in una lista nera senza ragione e noi possiamo provare che quel che dicono non è vero, chi definisce se Panama rispetta i criteri o no?». La ministra degli esteri ha detto chiaramente che il Paese «è ora in questa situazione. E dobbiamo gestire la fase di transizione senza danneggiare nessuno».

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