L'accettazione dell'iniziativa, secondo il Consiglio federale, penalizzerebbe pesantemente le regioni linguistiche più piccole
BERNA - Senza una tassa di ricezione, sarebbe impossibile fornire un servizio pubblico radio-tv di qualità. A soffrirne sarebbero in particolare le regioni linguistiche più piccole. È l'opinione del Consiglio federale che ha raccomandato oggi di respingere l'iniziativa popolare federale "Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo (Abolizione del canone Billag)".
Per l'esecutivo, un Paese piccolo come la Svizzera, dove oltretutto si parlano quattro lingue diverse, ha bisogno di un'offerta di servizio pubblico indipendente per il buon funzionamento della democrazia diretta. L'eventuale accettazione dell'iniziativa colpirebbe in particolar modo la Svizzera italiana e romancia: senza la perequazione finanziaria interna alla SSR non sarebbe infatti più possibile produrre programmi radiotelevisivi equivalenti in tutte le lingue ufficiali.
A soffrire particolarmente della soppressione della tassa di ricezione non sarebbe comunque unicamente la SSR, sottolinea l'esecutivo. Se è vero che la Società svizzera di radiotelevisione (SSR) è finanziata per i tre quarti tramite i proventi del canone, le radio locali private e le televisioni regionali lo sono nella misura dei due terzi.
L'assenza degli introiti provenienti dal canone non potrebbe inoltre essere compensata dalla pubblicità, vista la difficile situazione su questo mercato. Conseguenza: SSR e media audiovisivi privati sarebbero costretti a risparmiare massicciamente sulle proprie offerte. Inoltre, per ragioni economiche, l'informazione, la formazione e la cultura verranno penalizzate a favore dell'intrattenimento.
Il governo ricorda poi che nella maggior parte dei Paesi europei il servizio pubblico radiotelevisivo viene finanziato da fondi pubblici o attraverso tasse di ricezione. La Svizzera ha anche la particolarità di fornire un'offerta completa nelle tre lingue ufficiali (oltre a diversi programmi in romancio). Per questi motivi, nel suo messaggio licenziato oggi, il Consiglio federale propone al Parlamento di respingere l'iniziativa senza presentare alcun controprogetto.
L'iniziativa popolare, lanciata dall'Associazione "No Billag", è stata depositata l'11 dicembre 2015 e ha raccolto 112'191 firme valide. Il suo obiettivo è far sì che le emittenti radiotelevisive titolari di una concessione non percepiscano più i proventi del canone di ricezione e che, in futuro, sia abolito anche qualsiasi sussidio diretto a beneficio delle emittenti radio-tv.
Se l'iniziativa venisse accettata, le attuali concessioni con partecipazione al canone saranno revocate senza indennizzo. Il testo - che entrerebbe in vigore il primo gennaio dell'anno seguente la votazione popolare - prevede anche che le concessioni radio-tv vadano periodicamente messe all'asta.
Nel passato recente sono state lanciate altre due iniziative dello stesso tenore: la prima, denominata "Radio e TV - la Confederazione non riscuote alcun canone di ricezione", è fallita a inizio 2013 poiché i promotori non sono riusciti a raccogliere il numero di firme necessario. Questa proposta si limitava ad abolire il canone.
La seconda, chiamata "Radio e televisione - senza Billag", è fallita lo scorso anno poiché i promotori sono riusciti a raccogliere solo 9536 firme al posto delle 100'000 necessarie. Essa prevedeva che i media audiovisivi si autofinanziassero, senza che la Confederazione riscuotesse canoni per la ricezione dei programmi.
Attualmente il canone radiotelevisivo ammonta a 451,10 franchi annui e viene riscosso riscosso dalla società Billag SA, che ha sede a Friburgo ed impiega quasi 230 collaboratori. Il mandato le è stato rinnovato fino al 2019, quando è prevista l'entrata in vigore di un nuovo sistema di riscossione. Secondo quanto promesso dal governo, il nuovo canone sarà inferiore a 400 franchi.