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BERNADal 2001 ad oggi: 77 persone partite dalla Svizzera per la jihad

22.07.16 - 11:59
La "guerra santa" fa proseliti. Il Governo opta per una sorveglianza discreta. Obiettivo: monitorare gli spostamenti
Dal 2001 ad oggi: 77 persone partite dalla Svizzera per la jihad
La "guerra santa" fa proseliti. Il Governo opta per una sorveglianza discreta. Obiettivo: monitorare gli spostamenti

BERNA - Sono 77 le persone partite dalla Svizzera per la jihad, la "guerra santa" islamica, nelle zone di conflitto. È quanto emerge dai dati registrati dal 2001 fino a luglio 2016 dal Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC). Si tratta di tre persone in più rispetto a maggio.

Sessantatré persone si sono recate in Siria e Iraq e 14 in Somalia, Afghanistan e Pakistan, precisa il Dipartimento federale della difesa sulla propria pagina web. In 29 hanno la nazionalità svizzera (17 con doppia cittadinanza). Il Servizio delle attività informative della Confederazione non fornisce altre indicazioni sull'identità, il sesso, l'età e la nazionalità degli interessati.

Ad oggi, sono 21 le persone decedute (14 confermate) e 13 quelle rientrate in Svizzera (10 confermate). Alcune invece si trovano ancora nel medesimo luogo e altre si stanno spostando all'interno delle zone di conflitto.

Dal 2001 al mese di maggio 2013 il SIC aveva individuato complessivamente 20 persone recatesi dalla Svizzera verso zone di conflitto con possibili finalità jihadiste. Un anno dopo il numero complessivo era salito a 40 e lo scorso anno a 68.

Il Consiglio federale vorrebbe impedire ai simpatizzanti della jihad di partire verso le zone di conflitto. A questo proposito, a fine giugno ha informato di voler rafforzare il dispositivo delle misure preventive di polizia per la lotta al terrorismo. Fra le altre cose sarebbe possibile obbligare gli interessati a presentarsi regolarmente a un posto di polizia. Se questo provvedimento non dovesse sembrare sufficiente a raggiungere gli scopi, si potrebbe procedere al ritiro dei documenti d'identità.

Il Governo intende inoltre dare la possibilità all'Ufficio federale di polizia (fedpol) di segnalare persone ai fini di una sorveglianza discreta. L'obiettivo è di monitorare gli spostamenti della persona interessata: se quest'ultima è controllata alle frontiere dello spazio Schengen o all'interno del medesimo, i suoi movimenti sono notificati, a sua insaputa, a fedpol.

 

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