La femmina di pastore tedesco, su decisione dell'ufficio del veterinario cantonale, era stata "sottratta" al suo padrone, sospettato di maltrattamento
GINEVRA - «Se sono felice? Moltissimo!» Giovedì scorso John* ha ricevuto una bellissima notizia. Il canile lo ha informato che poteva andare a riprendere il proprio cane, sequstrato la settimana precedente dall'ufficio del veterinario cantonale. Quest'ultimo era infatti intervenuto sul posto di lavoro dell'uomo, a Carouge, dove la direzione aveva fatto costruire un recinto dove l'uomo poteva lasciare il cane durante i propri turni di lavoro. Durante un fine settimana di metà maggio però, l'uomo aveva dovuto lasciare il cane presso il posto di lavoro per motivi personali, ed è a questo punto che l'ufficio cantonale è intervenuto, sospettando maltrattamenti nei confronti del cane.
«Non appena mi ha visto arrivare, è stato impossibile trattenere Djoya. Come hanno aperto la sua gabbia mi è saltata addosso!», ha raccontato con grande entusiasmo John, visibilmente emozionato nell'aver ritrovato il suo pastore tedesco. Il suo avvocato, Timothée Bauer, ha confermato l'avvenuta restituzione dell'animale e attende solamente la comunicazione ufficiale del veterinario cantonale.
L'avvocato ha inoltre sostenuto che il cane, in quanto «acquistato, registrato e domiciliato, con il suo padrone, in Francia» non poteva essere soggetto alla legge svizzera sulla protezione degli animali.»
*nome fittizio