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SVIZZERACaffé, cioccolato, caramelle: cinesi sedotti dallo "Swiss Made" online

08.04.16 - 06:00
I turisti comprano qui per rivendere sui siti in patria: dove i marchi elvetici sono sempre più ambiti
Caffé, cioccolato, caramelle: cinesi sedotti dallo "Swiss Made" online
I turisti comprano qui per rivendere sui siti in patria: dove i marchi elvetici sono sempre più ambiti

LUGANO - Se vi capitasse di incappare in un turista che fa man bassa di cioccolato e caramelle, non abbiate dubbi: è cinese. E non insospettitevi neppure più di tanto: anche se svuota gli scaffali di dentifrici, detergenti per il viso oppure prugne secche. Sta facendo shopping per i suoi connazionali: e al contempo racimolando qualche soldo. Attraverso prodotti stranieri da rivendere su internet.

Fenomeno Daigou: la Svizzera ha fatto da apripista - Un business: e un boom, negli ultimi tre anni. In patria lo chiamano Daigou: «Acquisti per conto di qualcuno». Un fenomeno per il quale la Svizzera ha fatto da apripista in Europa: tanto che nei negozi online più celebri i prodotti a marchio elvetico hanno oggi uno spazio di rilievo. Biscotti Ovomaltine, barrette Blevita, cioccolato Cailler, una busta di Ricola; o perché non miele, marmellata, Toblerone. Su Alibaba o l'affiliato Taobao basta digitarne uno: e una lista compare a chiosa fra i "potrebbe interessarti anche".

"Potrebbe interessarti anche": basta che sia rossocrociato - Evidenza di un mercato che ormai non è più lo sfizio di qualcuno: ma si è guadagnato una fettina della torta in Cina. Dove aumentano di giorno in giorno gli articoli messi in vendita sulle piattaforme web: con imbarazzo di Migros, da cui proviene la maggior parte della merce, impossibilitata a esercitare il dovuto controllo su qualità, prezzi e anche un'eventuale contraffazione. 

«Migros non c'entra» - Una bandiera rossocrociata compare a margine dell'immagine, per segnalare subito di che si tratta. «Né Migros né M-budget hanno a che fare con queste offerte», prende le distanze la portavoce Monika Weible. Presenti anche i prodotti low-cost: proposti però a tariffe non esattamente originali. Una tavoletta di cioccolato fondente per esempio, 50 centesimi in negozio, online viene 300 yuan: quasi 4,50 franchi.  

A qualsiasi prezzo - Ma il prezzo non spaventa: al contrario. Gli esperti giurano che in Cina «c'è un grande desiderio di prodotti a marchio straniero, specie a seguito del caso Svizzera»: al punto da coinvolgere chi, non altrettanto interessato ma in viaggio in Europa, si prodiga per acquistarli e immetterli in rete, nell'attesa – breve – che incuriosiscano qualcuno.

Galeotto fu internet - «Internet si presta a perfezione allo scopo - riflette Tom Hanan, fondatore di Webrepublic - Quando c'è un bisogno e c'è qualcuno disponibile a soddisfarlo, il fenomeno è destinato a solo a crescere». Come del resto il numero dei turisti, che in Ticino fanno tappa fissa di qualche ora quando soggiornano in Italia. Meng-Chih Lee di Webrepublic è pronto a giurarlo: «Sicuramente l'incremento dei viaggi in Europa da parte di cittadini cinesi è legato anche a questo». 

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