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Esplodono i casi di stalking, ma serve una legge apposita
BERNA - Rendere la vita un inferno all'ex partner o addirittura a una sconosciuta. È ciò che fanno gli stalker: appostandosi, pedinando e perseguitando. Secondo Radio Energy Bern, i casi seguiti dall'unità anti-stalking della Capitale sono sestuplicati. Così come sono esplose le richieste di consulenza al centro di aiuto:dai 30 del 2012 ai 159 dello scorso anno. Una tendenza confermata da molti degli sportelli sparsi nel Paese.
Ma è soprattutto il legame tra stalking e nuovi media a preoccupare. Come ci racconta Natalie Schneiter, consulente e assistente sociale a Berna: «Grazie agli smartphone l'accesso ai media è indipendente da dove ci si trova», spiega. Ed ecco quindi che aumentano le persecuzioni via WhatsApp e Facebook. Ma c'è di più, come racconta Pia Allemann del Centro di consulenza per donne di Zurigo: «Sui sistemi di monitoraggio possono controllare via computer la posizione della loro vittima». Alcuni uomini sarebbero arrivati a installare in segreto delle applicazioni di tracking sul cellulare della compagna. Vi sono poi le ragazze più giovani che spesso vengono vessate con la minaccia di divulgare delle loro fotografie intime.
Nella legge, però, non esiste il reato di stalking. Le vittime quindi devono sperare di potersi affidare ad altri articoli del codice penale (vedi box). Da anni si chiede alla politica di trovare una soluzione. A settembre 2015 il Consiglio nazionale ha adottato una mozione della liberale Doris Fiala che chiede delle misure. «Sarebbe assolutamente incomprensibile se il Governo non prendesse misure di fronte all'aumento del numero di vittime», commenta la deputata.
Ma chi è lo stalker? Solo uomini? No, ma soprattutto. Dei 159 casi segnalati al centro di Berna solo il 22% dei molestatori era donna.
