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GINEVRAVittoria di prestigio, la sede del TCA a Ginevra

27.08.15 - 14:31
Gli Stati membri del Trattato sul commercio internazionali d'armi hanno scelto la città di Calvino. Superate le candidature di Vienna e Port of Spain
Vittoria di prestigio, la sede del TCA a Ginevra
Gli Stati membri del Trattato sul commercio internazionali d'armi hanno scelto la città di Calvino. Superate le candidature di Vienna e Port of Spain

GINEVRA - Vittoria di prestigio per Ginevra e la Svizzera. Gli Stati membri del Trattato sul commercio internazionale delle armi (TCA), riuniti a Cancun (Messico), hanno scelto la città di Calvino quale sede del loro segretariato permanente. Lunedì scorso, il consigliere federale Didier Burkhalter si era recato nella città messicana per esporre i vantaggi della candidatura ginevrina.

Alla fine Ginevra l'ha spuntata su altre due città candidate, ovvero Vienna e Port of Spain (Trinidad e Tobago). Il segretariato sarà costituito da una piccola struttura di cinque persone, ma potrebbe essere gradualmente ingrandito. "La Svizzera, che ha sostenuto l'ubicazione del segretariato a Ginevra, si impegnerà attivamente nell'attuazione del Trattato", ha indicato oggi in una nota il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Chiarimenti benvenuti - La Confederazione ha inoltre accolto favorevolmente i chiarimenti apportati ai processi di decisione da parte della Conferenza. Per esempio, il fatto di poter prendere le future decisioni a maggioranza "dovrebbe consentire di progredire evitando il più possibile i bloccaggi", ha indicato dal canto suo Burkhalter.

Il segretariato rafforzerà l'accento messo a Ginevra sulla promozione della sicurezza e del disarmo. Gli argomenti avanzati dal consigliere federale in favore di sinergie con altre organizzazioni basate in Svizzera hanno giocato a favore della città sul Lemano, nonostante il franco forte e l'alto costo della vita. La Svizzera ha inoltre proposto la gratuità dei locali e degli equipaggiamenti.

Trattato ratificato da 72 Paesi - Il Trattato, adottato il 2 aprile 2013 dall'Assemblea generale dell'ONU, è stato firmato da 130 Stati e ratificato da 72, tra cui la Confederazione. Esso definisce per la prima volta gli standard internazionali per la compravendita delle armi, legandoli al rispetto dei diritti umani: l'intesa non controlla l'uso domestico, ma chiede che gli Stati membri si dotino di normative nazionali sul trasferimento delle armi convenzionali, tra cui carri armati, aerei e navi da guerra, veicoli da combattimento, artiglieria, elicotteri, missili, razzi a lunga gittata, ma anche fucili, pistole e munizioni.

È previsto inoltre il divieto, per gli Stati che ratificano il trattato, di trasferire armi in caso di violazione di un embargo, atti di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra.

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