Nel pubblico il 60% è part-time. Ma non è tutto oro ciò che luccica...
BERNA - In molti impieghi pubblici il tempo parziale interessa già sei impiegati su dieci. Il lavoro a tempo pieno potrebbe aver fatto il suo tempo.
Sono molti i lavoratori in Svizzera che scelgono di non lavorare tutti i giorni. A fine settembre 2014, secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, circa il 36% della forza lavoro era impiegata part-time.
È soprattutto tra i dipendenti statali che questa soluzione è prediletta, come ha scritto la Basler Zeitung. Nei cantoni Basilea Città, Zurigo e Argovia, almeno sei dipendenti su dieci lavorano almeno un giorno in meno alla settimana. Ma anche nel privato la tendenza si mostra in aumento, spiega Jürg Wiler, co-direttore del progetto “Teilzeitmann”: «Sono soprattutto le grandi aziende a essere interessate alla questione», spiega. «Con dei posti di lavoro part-time possono aumentare la loro attrattività nei confronti dei lavoratori». Wiler si dice fiducioso che questo trend continuerà. Il lavoro al 100% potrebbe davvero aver fatto il suo tempo.
Anche la ricercatrice Karin Frick, dell’Istituto Gottlieb Duttweiler, conferma: «Il tempo pieno è un modello in regressione». Inoltre la crescente flessibilità del mondo del lavoro potrebbe creare nuovi modelli che sostituiscono il lavoro full time.
Secondo Frick sono due i motivi principali che fanno propendere gli impiegati per il tempo parziale: «O lo si sceglie volontariamente, perché fa parte del proprio stile di vita, oppure lo si fa per necessità, perché non si ha la possibilità di lavorare tutti i giorni o perché il datore non offre alcun posto full-time».
Ma non è tutto oro quel che luccica. Su questo secondo punto Frick ricorda che la maggior parte del lavoro viene frazionato sotto forma di progetto, come nel campo della tecnologia o dell'edilizia. "Per i lavoratori questo significa lavorare a tempo pieno e alla fine del progetto di nuovo disoccupati".