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KHL«Il Ginevra non mi voleva più, ma la KHL è una grande sfida. Giroux? Sarà fondamentale»

28.07.16 - 07:00
L'ex capitano delle Aquile, Goran Bezina, si è espresso in merito alla sua nuova avventura al Medvescak Zagabria: «In Croazia vivrò una sorta di seconda giovinezza»
«Il Ginevra non mi voleva più, ma la KHL è una grande sfida. Giroux? Sarà fondamentale»
L'ex capitano delle Aquile, Goran Bezina, si è espresso in merito alla sua nuova avventura al Medvescak Zagabria: «In Croazia vivrò una sorta di seconda giovinezza»
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ZAGABRIA (Croazia) - Dopo 15 stagioni di LNA - 3 al Friborgo e ben 12 al Ginevra (di cui 10 da capitano!) - condite da 415 punti in 778 partite, Goran Bezina ha deciso quest'estate di tentare una nuova avventura, l'unica che ancora mancava nel suo curriculum: la KHL. Il 36enne giocherà infatti il campionato 2016/2017 con il Medvescak Zagabria.

Ricordiamo che nella sua carriera il difensore ha anche avuto il merito di essere stato draftato in NHL dai Coyotes nel 1999 e con la franchigia dell'Arizona è sceso sul ghiaccio in tre occasioni, per poi disputare tre stagioni in AHL con gli Springfield Falcons (210 incontri, 42 punti). Oltre a questo Bezina ha giocato la bellezza di 11 Mondiali con la Nazionale svizzera, nonché un'Olimpiade nel 2006.

Goran Bezina, come mai hai deciso di lasciare Ginevra?
«Più che una decisione personale era il Ginevra che probabilmente non mi voleva più. Il mio desiderio era quello di restare, anche perché dopo 12 stagioni con quella maglia mi sarebbe piaciuto finire la mia carriera a Les Vernets. La società però non mi ha proposto nessun contratto e continuavano a dirmi di aspettare, ma non potevo più aspettare. Oltre a questo, da quando il Medvescak è entrato a fare parte della KHL, ho sempre avuto un occhio di riguardo per questa squadra, anche perché mi ha sempre attirato il fatto di poter giocare un giorno in Croazia, dove sono nato. Non potevo aspettare invano il Ginevra, che magari non mi avrebbe proposto niente, e perdere l'opportunità di vivere questa nuova avventura a Zagabria alla fine della mia carriera».

In genere a fine carriera si scende di livello, tu invece sei salito...
«Non sarà per niente evidente giocare in KHL, ma mi sono allenato molto bene in estate e continuerò a farlo. Sono consapevole di non aver scelto la via più semplice, ma la reputo una grande sfida. Penso di avere proprio bisogno di uno stimolo di questo tipo per capire cosa posso ancora dare e fino a dove posso arrivare. Personalmente si è trattata della migliore occasione per giocare in KHL. Oltre a ciò ho la possibilità di provare a portare qualcosa alla squadra anche a livello di marketing e di immagine, dato che non ci sono molti croati che giocano nella Lega russa. Ho ricevuto delle offerte da parte di altre squadre di KHL, ma è diverso giocare in una squadra russa o a casa tua e da questo punto di vista per me è stato semplice lasciare la Svizzera. Dopo 12 anni a Ginevra ero entrato nella routine, avevo la mia stabilità e non avevo quasi più niente da dimostrare. A Zagabria invece ricomincio praticamente da zero e questa situazione mi dà molte energie».

LNA, NHL, AHL, Mondiali e Olimpiadi con la Nazionale svizzera... ti mancava praticamente "solo" la KHL...
«Devo dire che sono soddisfatto della mia carriera. Stavo proprio pensando l'altro giorno che anni fa sono stato uno dei primi svizzeri a partire per il nord America e adesso sono uno dei primi che raggiunge la KHL. È anche una maniera per aprire le porte agli altri elvetici, per dimostrare loro che si può giocare anche in questo campionato e se vedranno che con me funziona, è possibile che in futuro si trasferiranno più facilmente. Non vedo l'ora di scendere sul ghiaccio con la mia nuova squadra, sono elettrizzato. Inoltre non potevo restare in Svizzera e firmare per un'altra squadra di LNA, non ce l'avrei mai fatta dopo aver indossato per così tanto tempo la maglia del Ginevra. Sarebbe stato troppo strano per me».

...e in Croazia ritroverai amici e persone care...
«Certamente, ho diversi amici e una parte della famiglia che vive a Spalato, a circa tre ore di auto da Zagabria. Oltre a questo anche in squadra ho delle persone di riferimento: conosco molto bene l'allenatore, oltre che Giroux, Genoway e Smith e quando si trova una situazione come questa diventa più semplice integrarsi in un nuovo gruppo. Anche se sono uno dei giocatori più anziani, vivrò una sorta di seconda giovinezza».

....e Giroux come lo vedi?
«Lo conosco bene e a livello di gioco si sa quello che può dare a una squadra. È un giocatore esperto, è sempre al posto giusto e gli bastano tre occasioni a partita per realizzare due reti. Alex è un vero scorer, oltre che un gran personaggio nella vita privata. Sarà fondamentale per noi».

12 anni a Ginevra, molti traguardi personali, due finali di playoff perse e due Coppe Spengler conquistate, ma non hai mai vinto il titolo. È l'unico rammarico che hai?
«Chiaramente partire da Ginevra senza aver mai conquistato il titolo mi rende triste. Bisogna comunque dire che il livello del campionato svizzero si è alzato notevolmente, soprattutto negli ultimi anni e non è per niente semplice vincere. Abbiamo conquistato due Coppe Spengler è vero, ma sono tornei amichevoli e non si possono paragonare alla vittoria di un titolo, anche se fa piacere e i tifosi sono rimasti soddisfatti di questi successi. Peccato per le due finali di playoff perse, soprattutto quella contro il Berna: avremmo meritato noi, ma ormai questo è l'hockey».  

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