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PRAGA 2015Un fenomeno per l'Ambrì? Zanatta al Mondiale: “Per i giocatori vengono prima NHL e KHL”

15.05.15 - 20:40
Il dirigente biancoblù è tornato a Praga, dove ha lavorato per due stagioni, e si è diviso tra ricordi e lavoro: “Grande atmosfera, grande Jagr e... scouting per i biancoblù"
Un fenomeno per l'Ambrì? Zanatta al Mondiale: “Per i giocatori vengono prima NHL e KHL”
Il dirigente biancoblù è tornato a Praga, dove ha lavorato per due stagioni, e si è diviso tra ricordi e lavoro: “Grande atmosfera, grande Jagr e... scouting per i biancoblù"
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PRAGA (Repubblica Ceca) - Ai Mondiali di Praga lui non poteva mancare. Stiamo parlando di Ivano Zanatta, da poche settimane nuovo direttore sportivo dell’Ambri, il quale da qualche giorno è arrivato nella capitale ceca.

Praga è una vecchia conoscenza per lui. Per due stagioni, nel 2012/2013 e nel 2013/2014 Zanatta ha infatti lavorato per lo Slavia (la squadra che sulla pista “mondiale” è di casa), prima come consulente tecnico e poi come assistente allenatore.

Non fa un certo effetto ritornare in questi luoghi?
“Sì – ha ammesso proprio il dirigente biancoblù - l’adrenalina sale. Qui c'è un pubblico molto caldo, molto partecipe. Conservo bei ricordi di questo ambiente, una bella città, sensazioni positive. Poi adesso vedere giocare queste star, beh è un divertimento ancora maggiore”.

Quando sei arrivato a Praga?
“Prima mi sono recato a Ostrava, per seguire mercoledì sera il match tra Russia e Finlandia, finito ai rigori. È stata una partita molto bella. Poi sono venuto qui, dove ieri ho potuto assistere ai due quarti di finale. Senza storia la vittoria del Canada, squadra fortissima opposta a una Bielorussia inesistente, e poi alla sera all'incredibile match tra la Svezia e la Cechia”.

Quindi la Svizzera non l’hai potuta vedere dal vivo?
“Purtroppo no, non sono riuscito a combinare gli impegni. Ma ieri in televisione ho seguito il match con gli USA e casa mia alcuni incontri. È difficile misurarti contro le squadre che fanno il tuo stesso gioco, ossia aspettare, difendersi, muoversi in contropiede. È difficile fare gol, punto e basta, ma questo vale per tutte le nazioni, a parte i canadesi, che hanno una mentalità diversa”.

Un tuo giudizio, a oggi, sul Mondiale?
“Direi bello e interessante. Domani ci aspettano due semifinali molto aperte, con però il team statunitense un gradino più in basso rispetto ai rivali. Quello che mi ha impressionato maggiormente sono in ogni caso le prestazioni di Jaromir Jagr. Il ceco è un personaggio che conosco personalmente molto bene. Jaro ha dedicato la propria vita esclusivamente all’hockey e per questo a 43 anni può ancora sfoggiare un fisico di un trentenne. Ieri sera è stato incontenibile, con una presenza in pista da capolavoro. Il Canada l’ho visto molto bene, anche se fino a oggi ha avuto un cammino senza molti ostacoli. La Russia come sempre è, a livello di gioco almeno, la migliore...”.

Ritornando un attimo a parlare del percorso svizzero....
"Per fare il salto di qualità, i rossocrociati devono fare una scelta mentale importante. La mentalità deve cambiare, ci vuole la convinzione di essere forti come gli altri. È un blocco difficile d spiegare. Tecnicamente e fisicamente siamo alla pari con le grandi nazioni, ma poi manca quel “click” vincente”.

Non solo Mondiali: in Cechia anche un po' di scouting...
“Sono venuto a vedere se c’è qualche possibilità, Serge adesso e in America e segue la fase finale dei playoff nella NHL, io sono qui cosi copriamo i due avvenimenti più importanti. Poi settimana prossima ci vedremo per fare il punto della situazione, per discutere quali sono le sue preferenze. Lui è l’allenatore, è lui che deve decidere gli stranieri in base al gioco che vorrà sviluppare. Ma come spesso accade, per i giocatori prima vengono la NHL e la KHL e poi noi: bisogna aver pazienza, aspettare”.

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