LUGANO“Che shock la morte di Camichel e Andereggen. Erano in Costa Rica per costruirsi una casa”

LUGANO - La notizia della scomparsa di Duri Camichel e Harry Andereggen è arrivata all’improvviso. Devastante, tremenda, ci ha lasciato senza fiato come può fare un pugno nello stomaco. E noi, con i due protagonisti del nostro hockey, uno sul ghiaccio e uno in palestra, avevamo poco a che fare. Ancor più violento è ovviamente stato lo shock subito da chi, con Duri e Harry, ha condiviso emozioni e speranze, gioie e delusioni. Chi li ha visti crescere, maturare, affermarsi.

Chi? Patrick Fischer, diventato giocatore vero a Zugo proprio mentre Camichel muoveva i suoi primi passi da sportivo…

“Conoscevo Duri da quando aveva diciassette anni - ha commentato triste il coach del Lugano - non so che dire. Era un gran ragazzo, sempre solare, sempre sorridente. Quando ho saputo la notizia… sono rimasto senza parole. Sono ancora scioccato”.

Con lui hai condiviso parte della tua esperienza con i Tori.
“Abbiamo giocato insieme tre, quattro, cinque stagioni. Lo ricordo bene. Anche se ultimamente ci sentivamo poco era rimasto un buon amico. Come Harry d’altronde”.

Il preparatore atletico di Mark Streit…
“E di Roman Josi. Ha lavorato anche con me, gran persona, gran professionista. Ho sentito il figlio 20enne questa mattina, era logicamente distrutto. Tutto per un incidente...”.

Per una vacanza?
“No, no. Non penso. So che entrambi frequentavano il Costa Rica da tempo. So che volevano costruire lì un posto per vivere, una seconda casa. Avevano scelto quel luogo per il loro futuro…”.