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DAVOS - L'ANALISIArno Del Curto non smette mai di stupire: ennesimo titolo per il suo Davos

12.04.15 - 07:39
La compagine grigionese, composta da un mix di giovani talenti e giocatori d'esperienza, ha impressionato nei playoff sbaragliando la concorrenza
Arno Del Curto non smette mai di stupire: ennesimo titolo per il suo Davos
La compagine grigionese, composta da un mix di giovani talenti e giocatori d'esperienza, ha impressionato nei playoff sbaragliando la concorrenza
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DAVOS - Grintosissimi, compatti, spumeggianti e spietati: i grigionesi guidati da Arno Del Curto si sono meritatamente laureati campioni svizzeri sconfiggendo lo Zurigo di Marc Crawford in finale con un netto ed eloquente 4-1 nella serie. Per il Davos, squadra vincente e abituata a lottare per i giochi che contano, si tratta del 31esimo titolo nella sua storia, il sesto dell'era Del Curto-Von Arx (2001-02, 2004-05, 2006-07, 2008-09, 2010-11, 2014-15).

Sciaroni, Hofmann, Du Bois, Simion - per citare solo alcuni ex giocatori di Ambrì e Lugano - e compagni sono letteralmente esplosi nei playoff: già brillanti e sorprendenti nella prima parte di stagione, i gialloblù si erano parzialmente spenti dopo metà campionato ma hanno saputo ritrovare il loro miglior hockey e le migliori sensazioni nella fase decisiva del campionato. In pochi avrebbero scommesso su un loro successo finale, ma il mix di giovani talenti e giocatori d'esperienza - in gara-5 la rete che ha deciso l'incontro è stata realizzata nientemeno che dal 38enne Reto Von Arx, alla sua 19esima stagione con il Davos - ha saputo schiantare la corazzata Zurigo. Giocatori come Andres Ambühl, Marc Wieser, Enzo Corvi, ecc. hanno impressionato per grinta e voglia di vincere sbranando di fatto i Lions. Un capitolo a parte lo merita poi Leonardo Genoni: l'estremo difensore è stato impeccabile e ha fatto la differenza facendo impazzire gli attaccanti zurighesi, con un portiere così ogni impresa diventa possibile.

Tutti, ma proprio tutti, hanno lottato su ogni disco contribuendo al successo finale, dimostrando che i singoli possono fare la differenza in alcuni frangenti, ma che alla fine per vincere e arrivare fino in fondo serve un gruppo coeso in cui ognuno è disposto a mettersi a disposizione dei compagni e seguire ciecamente le direttive dell'allenatore. Gli stranieri, preziosi ma non certo l'unica fonte di gioco e idee - come invece spesso accade in altre squadre - hanno poi fatto la loro parte nella post-season realizzando alcuni gol pesanti e con diverse giocate importanti.

Quinti in regular season, i gialloblù hanno saputo sbarazzarsi dello Zugo (4-2) nei quarti di finale per poi crescere ulteriormente. In semifinale gli Orsi di Guy Boucher sono stati liquidati con un secco 4-0 e anche Seger e compagni - intenzionati a difendere il titolo di campioni in carica - non hanno saputo opporsi alla vivacità e alla qualità dei grigionesi.

Se il Davos è riuscito in questa impresa buona parte del merito va sicuramente al suo fedele condottiero Arno Del Curto, vero artefice di questa "macchina perfetta" capace di rinnovarsi di anno in anno rimanendo però su livelli sempre molto ma molto alti. Ora non resta che attendere le prossime mosse di mercato, con la certezza che a settembre ritroveremo al via del campionato una compagine affamata ed estremamente competitiva.

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