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SUPER LEAGUE«In svantaggio le gambe diventarono molli». Il Lugano e quel precedente funesto

24.05.16 - 09:05
Carlos da Silva ha ricordato la mancata vittoria (contro il Vaduz) che costò ai bianconeri la vittoria nella Challenge League 2010. «Ma questi bianconeri ce la possono fare, li ho visti bene»
Ti-Press
«In svantaggio le gambe diventarono molli». Il Lugano e quel precedente funesto
Carlos da Silva ha ricordato la mancata vittoria (contro il Vaduz) che costò ai bianconeri la vittoria nella Challenge League 2010. «Ma questi bianconeri ce la possono fare, li ho visti bene»
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LUGANO - 15 maggio 2010. Ultima giornata di campionato. In casa contro un Vaduz tranquillissimo, al Lugano servono i tre punti per chiudere in vetta alla classifica. Cornaredo è pienissimo e tutto è pronto per la festa.

25 maggio 2016. Ultima giornata di campionato. In casa contro un San Gallo tranquillissimo, al Lugano servono i tre punti per acciuffare la salvezza. Cornaredo è pienissimo (almeno così dovrebbe essere) e tutto è pronto per la festa.

I tifosi bianconeri possono, a questo punto, cominciare con gli scongiuri. Ogni rito, per l'occasione, è consentito. L'obiettivo? Far sì che il finale delle due "storielle" riportate qui sopra sia diverso.

Già perché nella primavera di sei anni fa il lieto fine non ci fu. In quel caso il Lugano, primo della classifica, non riuscì ad andare oltre l'1-1 contro la squadra del Principato e, proprio in extremis, si vide soffiare vetta e promozione diretta dal Thun. Nei giorni seguenti, beffa delle beffe, fu poi respinto anche dal Bellinzona nello spareggio e fu così costretto a riaccomodarsi in Challenge League.

«Mi ricordo bene quella partita. Purtroppo - ci ha confidato Carlos da Silva, centrocampista dalle spiccate doti offensive che proprio quell'anno si distinse come mai più in carriera - Alla vigilia tutto sembrava perfetto. Avevamo la giusta concentrazione e carica. Eravamo pronti e determinati a rendere orgogliosi i nostri tifosi».

Alla fine però arrivò solo un deludentissimo (e inutile) 1-1...
«Prima dell'ultimo turno fummo sconfitti, di misura, a Thun nello scontro diretto. Nonostante ciò la vittoria del campionato rimase in mano nostra. Il Vaduz non aveva nulla da perdere e giocò una partita onesta. Sbagliammo noi».

Cosa accadde?
«Se chiudo gli occhi rivedo ancora, nitidamente, le immagini di quel pomeriggio. Partimmo alla grande e nei primi 20'-25' ci capitarono due-tre clamorose occasioni da gol. Silvio, lì davanti, non riuscì però a concretizzarle. Poi il Vaduz, al primo tiro, segnò. E tutto cambiò».

Arrivò la paura.
«Tutto divenne più difficile. Le gambe divennero pesanti. Si sentiva il timore di quanti stavano assistendo al match».

Quel Lugano, in ogni caso, provò a reagire.
«Segnai un rigore a metà ripresa e poi cercammo la rete del 2-1. Non arrivò. Lo svantaggio ci levò tranquillità e complicò la nostra partita».

Lo svantaggio. È quello che deve evitare questo Lugano...
«Esatto. Assolutamente. Ho seguito spesso i bianconeri quest'anno. Anche in quest'ultimo periodo. Li ho visti freschi, con la testa libera, li ho visti bene. Lo Zurigo invece mi pare bloccato, nervoso, senza passione. Secondo me la salvezza è già decisa al 99%. Secondo me il Lugano ce la fa. Certo deve evitare di complicarsi la vita. Deve sfruttare le occasioni che gli capitano. Le prime del confronto. Poi tutto sarà più facile».

Un giocatore pensa, fa calcoli, prima di entrare in campo? In fondo "programmare" il prossimo campionato scegliendo di salvare Lugano o Zurigo potrebbe essere comodo, in base agli obiettivi di una squadra...
«Bella domanda... Io no. Io gioco e basta. Però è indubbio che i presidenti, il sistema, spingano affinché sia lo Zurigo a salvarsi. I biancoblù portano spettatori e interesse. Lasciamo perdere i bianconeri e prendiamo come esempio il Vaduz: quanti tifosi "chiama" allo stadio? Dieci? La Federazione di sicuro preferisce avere club in grado di garantire grandi numeri».

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COMMENTI
 

GI 7 anni fa su tio
Una trasferta a Vaduz molto più corta di una al di qua delle Alpi...... Come per il Vaduz che, di certo, preferirà andare a Zurigo..... Pensare male si fa in fretta ma, a volte, ci si azzecca.
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