Cerca e trova immobili

RALLYBalzi, «caprioli» e prove "a cannone": la vita da Rally di un driver ticinese

15.12.16 - 10:10
Federico Della Casa, pilota 25enne, dal 2010 gira l’Europa "sfidando" il cronometro: «L'anno che volge al termine mi ha regalato diverse soddisfazioni»
Balzi, «caprioli» e prove "a cannone": la vita da Rally di un driver ticinese
Federico Della Casa, pilota 25enne, dal 2010 gira l’Europa "sfidando" il cronometro: «L'anno che volge al termine mi ha regalato diverse soddisfazioni»
SPORT: Risultati e classifiche

MENDRISIO - Coltivata nel corso degli anni l’enorme passione per i motori, dal 2010 Federico Della Casa - laureato a Bienne in ingegneria meccanica - si è lanciato con entusiasmo nel mondo del Rally, dove attualmente corre nelle categorie WRC e R5. Insieme al suo Team composto da una decina di elementi tra meccanici, ricognitori, il fedelissimo navigatore Domenico e i familiari - il cui fondamentale sostegno non è mai mancato - il pilota ticinese gira l’Europa tra sterrati e prove su asfalto “sfidando” il cronometro una prova speciale dopo l’altra. Tecnica, riflessi, velocità, il coraggio di osare senza andare però “oltre il limite” (sinonimo di botti anche rovinosi…): sono solo alcune delle qualità che un pilota deve avere per tentare di primeggiare.

Federico, qual è stato il miglior risultato ottenuto fin qui? «Indubbiamente la vittoria nella categoria R3T (2 ruote motrici, ndr) al Mondiale in Svezia nel 2013: un ricordo indelebile, ma allo stesso tempo un punto di partenza. Anche il 2016, che ormai volge al termine, mi ha regalato diverse soddisfazioni, in particolare con i successi nelle gare rally Adriatico e Costa Smeralda valide per il campionato italiano Terra».

Non solo acuti, anche qualche delusione. «La più grande è stata a San Marino, quando a causa di un mio errore abbiamo gettato alle ortiche la possibilità di conquistare il Campionato italiano Terra. Potevamo chiudere al primo posto, ma un incidente ci ha messi fuorigioco obbligandoci a marcare uno 0 in classifica risultato poi determinante».

Come pilota hai un modello? Ti ispiri a qualcuno? «In passato ho avuto la fortuna di collaborare con un team francese del quale era proprietario Philippe Bugalski, noto pilota che in carriera ha corso e vinto gare ai massimi livelli, gareggiando contro “mostri sacri” come Colin McRae, Sébastien Loeb e Carlos Sainz. Philippe, su asfalto, era velocissimo, uno dei più forti in Francia e in tutta in Europa: mi ha insegnato moltissime cose, aiutandomi a progredire in aspetti fondamentali della guida al fine di migliorare i risultati in gara. Purtroppo nel 2012, in seguito ad un incidente avvenuto al di fuori del contesto rallystico, ci ha lasciati: la sua presenza e i suoi insegnamenti mancano moltissimo al mondo delle gare e a noi giovani piloti. Bugalski rimarrà il mio esempio per tutta la vita».

Tracciati insidiosi e selettivi da affrontare “a cannone”. C’è stato un momento in cui hai avuto paura? «Momenti di paura no, ma durante gli incidenti si prova sempre una sensazione strana. Poi, quando si risale in macchina, è tutto cancellato e si riparte più forte di prima».

Prove speciali tra vigneti e sterrati… in gara può anche capitare di imbattersi in animali selvatici. «Vero, gli imprevisti non mancano… a questo proposito l’episodio più bizzarro mi è capitato quest’anno durante il rally dell’Adriatico. In quell’occasione, in piena prova speciale, un capriolo mi ha attraversato la strada quando ero lanciato a 100-110 Km/h. Fortunatamente è riuscito a passare ed è rimasto illeso... così come la macchina!».

25 anni, molta voglia di progredire: guardando al futuro c’è un sogno nel cassetto? «Domanda difficile, per me non c’è un sogno particolare. Un passo alla volta bisogna però continuare a migliorare. Certo un giorno sarebbe bello vincere il campionato Terra in Italia o il campionato svizzero. WRC? È un mondo a sé, per sfondare bisogna essere professionisti fin dalla giovane età. A livello di budget è chiaro che servono fondi "importanti" e gli sponsor giusti per farsi vedere fin da subito ad alti livelli. Poi, ovviamente, bisogna andare davvero fortissimo...», ha concluso Federico Della Casa.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE