A Muzzano tanti Under 16 hanno affilato le proprie armi
MUZZANO - Si racconta che i minatori gallesi scendevano dal treno stanchi e sporchi del grigio delle miniere di carbone, che i lori corpi, che andavano verso il campo con i pali ad acca, si confondevano con l’autunnale nebbia britannica. La leggenda narra di epici scontri : gli inglesi, rivali di sempre, odiati , eterni avversari, mai nemici sui campi da rugby…
3 novembre, campo di Muzzano, arrivano gli Unni, ma non c’è da temere, sono i ragazzi del Rugby Valcuvia, poi gli atleti della vicina, rivale, Bellinzona, infine i luganesi e si attende anche Busto e Verbania, ma sarà per un'altra volta. E’ il primo raduno del rugby insubrico un modo per incontrarsi, scambiare idee e contaminarsi in maniera positiva. A 16 anni, insieme per uno stage di rugby, fianco a fianco, allenatori e giocatori. Gestisce in campo Ivan Maglia, giocatore della prima squadra Luganese, italiano, allenatore federale di ottima competenza.
A 16 anni per incontrarsi su un campo da rugby, per cambiarsi nello stesso spogliatoio con sconosciuti di una ‘altra nazione o anche solo di un altro paese . Metodi e tecniche del rugby offensivo, questo il tema della giornata, ma su tutto il Rugby, la cornice unica per incontrarsi e imparare a essere avversari, rivali da battere sul campo, mai nemici. La multietnica squadra seniores del Lugano con fino a dieci etnie presenti, ci dice che a questo mondo c’è posto per tutti, ma soprattutto, che dove c’è incontro e rispetto, la presenza di etnie diverse non è un limite, un problema, ma una grande risorsa.
I ragazzi che hanno dedicato un sabato pomeriggio al rugby, per passione, divertimento o altro, così come i loro allenatori e accompagnatori, hanno in verità, inconsciamente, dedicato il tempo giusto alla loro crescita di uomini e rugbisti. Una formula magica che solo il rugby conosce e che a Lugano si cerca di trasmettere alle generazioni più giovani.