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MENDRISIOLa politica e la forma dell’acqua

08.02.16 - 10:54
La politica e la forma dell’acqua di Françoise Gehring, consigliera comunale di Insieme a Sinistra
La politica e la forma dell’acqua
La politica e la forma dell’acqua di Françoise Gehring, consigliera comunale di Insieme a Sinistra

Mi viene in mente un bel romanzo di Andrea Camilleri “La forma dell’acqua”. Un romanzo dove, ad un certo punto, un’anziana signora parla dell’acqua spiegando che essa assume la forma che ognuno di noi le vuol dare. Come l’acqua anche le idee, i progetti, le visioni del mondo, i sogni e le aspirazioni più o meno intime possono essere plasmate, interpretate, definite e ridisegnate fino ad assumere, appunto, la forma che porta la nostra impronta e che parla di ciò che siamo, del nostro comune sentire. Ben sapendo che le cose cambiano, che non c’è nulla che resta per sempre, immutabile nel tempo.

In politica occorre anche mettersi in gioco concretamente sul terreno del confronto e sarebbe auspicabile – sempre - contrastare le idee e non le persone (ma nell’era dell’esasperata personalizzazione della politica il bersaglio “persona” è più diretto e rende mediaticamente).

C’è una bella differenza tra fare opposizione ed essere “Neinsager”. La prima opzione costa molta più fatica e per essere spendibile politicamente deve essere ragionata e motivata. La seconda fa sempre il suo bell’effetto, rende molto dal profilo pubblicitario e fa così felici i protagonisti che spesso si ergono a salvatori del degrado. Arrivano sempre prima degli altri, fanno sempre meglio degli altri. Beati loro, chiusi nelle loro certezze. E lo dice uno spirito irrequieto come il mio, carico di domande più che di risposte. Probabilmente profondamente inadeguato per fare politica.

Il ruolo dell’opposizione è più articolato, specialmente quando in gioco c’è la ponderazione del bene comune e dell’interesse collettivo e non un immediato tornaconto politico con tanto di effetti speciali. Certo, l’opposizione è figlia – e deve essere figlia – di una visione della società e del mondo, di un modello di sviluppo, di un insieme di valori e di principi che contraddistinguono un soggetto politico rispetto ad un altro nei rapporti tra maggioranze e minoranze.

Nel suo ruolo di forza di opposizione, Insieme a Sinistra cerca questo equilibrio laddove è possibile, mentre mantiene il contrasto quando il discrimine tra l’attaccamento alle proprie visioni e il compromesso, non è semplicemente ammissibile. Malgrado la buona volontà e tutti i sette sentimenti, infatti, la via dell’opposizione costruttiva non è sempre praticabile, perché a volte le posizioni di principio precedono e devono precedere l’azione politica. Al di là di ogni compromesso, pur buono che sia.

L’opposizione costruttiva, dicevo, è molto più complessa perché deve trovare un punto di equilibrio tra i propri principi e/o ideali e la responsabilità di scelte che possono giovare al bene comune, slogan scelto da Insieme a Sinistra e via maestra della propria azione politica aperta al confronto e all’ascolto.

La ponderazione degli interessi per il bene comune costa fatica perché richiede un’attenta analisi tra il punto di partenza, ossia gli ideali e i principi, e il punto di arrivo, ovvero come traduciamo ideali e principi in pratica politica. Ma non è finita qui, occorre anche valutare se e quanto di questi ideali possono esse sacrificati – e come – per raggiungere un risultato tutto sommato condivisibile e condiviso in favore di quel bene comune in cui crediamo.
 
E’ un processo che richiede lavoro, confronto, conoscenza, può essere pieno di insidie e contrasti specialmente quando le distanze tra punto di partenza e di arrivo sono corte, rendendo così possibile – di fatto - la negoziazione tra i principi e compromesso. È un esercizio che richiede anche tempo. Per capire, discutere e giungere ad una sintesi, accettando magari qualche rischio. Di fronte a un bicchiere pieno e uno vuoto, come ci poniamo? Lo vogliamo solo pieno? Mezzo bicchiere potrebbe andare bene? Sì? No? In che forma?

In fondo credo che quando si fa politica ponendo gli ideali come sestante, bisogna anche provare a volare vicino al sole correndo il rischio di scottarsi le ali. Per un’idea, un progetto, una visione. Solo stando fermi sulla proprie certezze non si sbaglia mai. Ma così non ci si avvicina neppure al sole. E di sicuro non si impara a vedere il mondo da dove nasce la luna, con modalità, prospettive e occhi profondamente diversi rispetto all’aridità e alla mancanza di generosità e onestà che non riconosce agli avversari né meriti oggettivi, né tantomeno l’onore delle armi.

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