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CANTONEPolitica familiare e giurisprudenza: due binari paralleli mai convergenti

27.03.15 - 13:45
Gianfranco Scardamaglia, Coordinatore del Movimento Papageno e Candidato al Gran Consiglio per la Lega dei Ticinesi
Politica familiare e giurisprudenza: due binari paralleli mai convergenti
Gianfranco Scardamaglia, Coordinatore del Movimento Papageno e Candidato al Gran Consiglio per la Lega dei Ticinesi

L’On. Beltraminelli a La Regione del 18 marzo scorso: “Maggiore conciliabilità tra famiglia e lavoro. È quanto chiedono i genitori”, “Servono aziende a misura di famiglia”. Le coppie conviventi e quelle sposate oggi si separano facilmente, assieme nella misura di almeno il 60%: la politica si deve occupare anche di loro, forse ancor di più, visto che rappresentano la maggioranza della popolazione.

Le intenzioni della politica familiare si scontrano con la giurisprudenza federale e cantonale. Le due viaggiano su binari paralleli che non convergono. La prima è prerogativa di tanti (popolo e politica), la seconda di pochi (un limitato numero di giudici federali e cantonali). Per i primi i genitori devono poter lavorare a tempo parziale per poter accudire i loro figli e mantenere il contatto con il mondo del lavoro, per i secondi i figli vanno accuditi dalle madri a tempo pieno fino ai dieci anni del figlio e al 50% fino al suo sedicesimo anno.

In Germania questo limite è anticipato ai 3 anni del figlio (e non al 16mo). La modifica del codice civile in corso sul mantenimento del figlio non fa che accentuare il problema: infatti pure le madri non sposate dovranno essere mantenute dagli ex perché possano accudire il figlio. Avremo un’invasione di future madri dai paesi poveri dell’est membri della Comunità Europea? Se una madre si rivolgerà ad un giudice il risultato sarà questo: mantenimento fino ai 16 anni e figli orfani di padri vivi. La giurisprudenza e la lottizzazione della politica federale frena dunque l’evoluzione della società. Ai tanti padri separati che vorrebbero lavorare meno per accudire parimenti i loro figli viene i giudici accollano un reddito ipotetico a tempo pieno: al figlio e al padre viene così negato il diritto alla paternità, e ai padri l’aiuto sociale gli alimenti dovuti non essendo deducibili dal reddito determinante.

Mi auguro che le associazioni dei padri e le donne seconde in Svizzera dimostrino coraggio e lungimiranza presentando referendum contro questa modifica del codice civile sul mantenimento del figlio. Infatti, essa rappresenterà una gravissima involuzione sociale per la nostra nazione e l’annichilimento della paternità.

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