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LUGANOIl mondo a strisce di Stefano Frassetto

12.02.13 - 10:09
Dietro le quinte di una striscia con il creatore di Ippo e Rufus
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Il mondo a strisce di Stefano Frassetto
Dietro le quinte di una striscia con il creatore di Ippo e Rufus

LUGANO - Da bambino aveva il terrore delle catene di Sant’Antonio perché credeva che se le avesse interrotte qualcuno sarebbe andato a prenderlo per riempirlo di bastonate, oggi sorride al ricordo di quella paura anche se ammette di essere rimasto un po’ scaramantico. Lui si chiama Stefano Frassetto ed è il cartoonista che ha dato vita a una coppia di amici che tutti i giorni con le loro avventure ci ricordano di quando eravamo piccoli e di quanto il mondo e le relazioni a quel tempo potevano essere difficili, frustranti e spesso ingiuste: Ippo e Rufus.

Come sono nati?

Per la caratterizzazione sono assolutamente autobiografici, non potrebbe essere altrimenti visto che la striscia è quotidiana. Ippo è il classico bambino un po’ sfigato che, come spesso accade, è affiancato da un amico un po’ strano e un po’ stordito che finisce sempre per complicare le cose, in questo caso Rufus.

 

…inseparabile dal suo casco

La colpa è di sua mamma, una donna iper apprensiva che teme sempre che lui si faccia male e allora lo fa andare in giro con il casco in testa.

 

Da piccolo eri più l’uno o l’altro?

Assolutamente Ippo e avevo un amico dannoso come Rufus.

 

La scelta dei nomi?

All’inizio Ippo doveva chiamarsi Cisco solo che poi c’era il problema della omonimia con la Cisco System, allora ho cercato l’abbreviazione di un nome reale, un nome che suonasse un po’ nerd e sono finito su Ippolito. Rufus invece era nato per via della mia passione per il cantante americano Rufus Wainwrigh.

 

Come sei diventato un cartoonista?

Ho sempre amato disegnare, anche perché sono pigrissimo. Da bambino infatti al posto di scrivere disegnavo, era più facile.

 

Ti senti una responsabilità quando crei la striscia?

Nella misura in cui scelgo di non toccare alcuni temi. Deve essere una striscia da vivere con serenità, ciò non toglie che ci sia qualcosa di amaro in sottofondo e questo perché il mondo dell’infanzia può essere crudele, soprattutto con quelli più impacciati.

 

Riporti esperienze vissute?

Sì, come tutti sono stato bambino e soprattutto oggi sono anche padre per cui anche i miei figli sono fonte di ispirazione. Poi ci sono le sitcom. Sono un divoratore compulsivo di serie televisive che in un certo senso sono un’evoluzione della striscia su video. Hanno una continuità molto simile. Sono cresciuto a pane e Arnold, I Robinson, Casa Keaton, il problema è che poi non sono riuscito a smettere…

 

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