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CANTONEL'arte del tatuaggio a Lugano: quando «copiare non basta»

02.06.17 - 11:00
Da oggi a domenica al Centro Esposizioni torna Ti-Tattoo Convention
L'arte del tatuaggio a Lugano: quando «copiare non basta»
Da oggi a domenica al Centro Esposizioni torna Ti-Tattoo Convention

LUGANO - Un appuntamento imperdibile, quello in programma questo fine settimana. In particolare per gli appassionati, ma anche per chi vuole entrare, almeno una volta, nell’immenso universo del tatuaggio.

Abbiamo incontrato uno degli artisti che prenderanno parte all’attesissima convention: Attilio Maione, professionista da quindici anni e contitolare dell’On The Road Tattoo Studio di Lugano.

Attilio, dalla tua lunga esperienza, perché la gente sceglie di farsi tatuare?

«I motivi possono essere diversi: dal ragazzino che è attratto dal tatuaggio per moda a chi sceglie di tatuarsi per un’esigenza, come per coprire una cicatrice…».  

Anche tu, inevitabilmente, sfoggi diversi tatuaggi…

«Ho iniziato a farmi tatuare per capire determinate cose: in particolare, le tecniche e i vari tipi di lavoro che si possono effettuare…».

Quali i tatuaggi più comuni?

«Quelli di piccole dimensioni, soprattutto in una città come Lugano, una città a misura d’uomo, direi, dove la cultura del tatuaggio non ha ancora raggiunto un livello di maturità importante. Le richieste, quindi, ruotano attorno alla stellina, alla frase… È lavoro, però…».

Cosa vuoi dire con «un livello di maturità importante»?

«In alcune città - come Francoforte, ad esempio, dove il mese scorso io e la mia collega abbiamo preso parte a una convention - c’è una cultura del tatuaggio differente: c’è gente che aspetta la fiera per farsi tatuare da artisti provenienti dall’altra parte del mondo... E nemmeno si preoccupano del soggetto, affidandosi, di conseguenza, al talento del tatuatore... È qui che il tatuaggio si trasforma in una forma d’arte…».

Tu, come artista, hai un sogno?

«Diciamo che da giovane ero più ambizioso… Da adulto, da professionista, il tatuaggio ti porta a esprimere certamente il tuo lato artistico, ma quello del tatuatore è anche un lavoro molto più pratico… Diciamo, quindi, che, ora come ora, un vero e proprio sogno non c’è più… Adesso c’è soltanto la voglia, il desiderio, di svolgere bene il mio mestiere e continuare a proporre i miei lavori personalizzati… E questo già mi gratifica artisticamente… È la passione che porta avanti tutto quanto…».

Qual è la richiesta più assurda che ti è stata fatta?

«Sono tante, anche molto strane… Prima di fare un tatuaggio personalizzato devi parlare, devi capire ciò che vuole, ciò che cerca esattamente il cliente... Devi conoscerlo, insomma... E quella richiesta che inizialmente poteva sembrare assurda, assume poi un vero e proprio significato…».

Quanti tatuaggi hai fatto nella tua vita?

«Non saprei… So solo che ho tanti amici… Nei termini che con i clienti parli, instauri un rapporto di confidenza e, spesso, nascono delle vere e proprie amcizie...».

Qual è l’area del corpo “più nascosta” che ti è stato chiesto di tatuare?

«L’interno delle labbra e aree un po’ più intime, ma mi sono rifiutato di lavorare su quelle zone per una mia etica professionale e per motivi tecnici...».

Qual è il prezzo minimo di un tatuaggio?

«È determinato da diversi fattori: generalmente, un professionista non può lavorare a meno di 150 franchi l’ora, nei termini che ci sono dei costi da sostenere, come il materiale monouso, i detergenti, la gestione dello studio… In ogni caso, il prezzo che si paga per un buon lavoro credo sia giustificato dalla qualità che si ottiene…».

Per una persona inesperta… Oltre al prezzo minimo di cui parlavi, di primo acchito, come si riesce a distinguere un buon tatuatore da un ciarlatano?

«È indispensabile frequentare lo studio, conoscere il tatuatore e guardare attentamente i suoi book: da qui si deve cercare di capire qual è la sua formazione artistica… Nel nostro lavoro copiare non basta…».

 

 

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