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CANTONENomadi: «“Come potete giudicar”, oggi più attuale che mai»

01.09.16 - 06:00
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Beppe Carletti (tastiere), co-fondatore dei Nomadi, che il 24 settembre prossimo si esibirà con la sua band al Palasport di Bellinzona
Nomadi: «“Come potete giudicar”, oggi più attuale che mai»
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Beppe Carletti (tastiere), co-fondatore dei Nomadi, che il 24 settembre prossimo si esibirà con la sua band al Palasport di Bellinzona

BELLINZONA - Tra poco più di tre settimane la grande carovana dei Nomadi si fermerà alle nostre latitudini con il “Come potete giudicar Tour”, che evoca uno dei primi grandi successi del gruppo, “Come potete giudicar” (1966),  ossia la versione italiana di “The Revolution Kind” di Sonny Bono. «Le sonorità di quel brano, messe a punto con una chitarra dodici corde, ci piacevano molto, e in Italia, all’epoca, non erano ancora state utilizzate…».

Beppe, nonostante sia passato mezzo secolo, anche il testo risuona molto attuale: ancora oggi la società dovrebbe liberarsi dai pregiudizi…

«Certo… Tante cose nel tempo sono cambiate, ma in questi termini,  purtroppo, non è davvero cambiato nulla… È sempre stata una nostra prerogativa quella di affrontare la realtà nelle strofe, nei versi, credendo, senza eccezione, nei nostri ideali, ovvero nella libertà e nella libertà di espressione…».

L’anno scorso ha pubblicato “Nomadi. Il sogno di due sedicenni è diventato realtà”, una raccolta in cui, mantenendo intatta la traccia vocale di Augusto Daolio, ha lavorato su dei nuovi arrangiamenti… Perché questa scelta?

«Gli arrangiamenti, devo dire, non sono stati snaturati… Per rispondere alla domanda, l’obiettivo del progetto, in ogni caso, è stato quello di voler dare più aria alla voce di Augusto…».

Immagino che in archivio abbia tonnellate di demo… Pensa che un giorno riusciremo ad ascoltarle?

«Entro fine 2016 spero di riuscire a pubblicare alcuni provini di metà anni Sessanta…».

Un sogno diventato realtà, quello dei Nomadi… Lei e Daolio avevate un piano B?

«No, devo dire di no… (ride) Volevamo solo vivere di musica… Alla fine ci siamo riusciti anche con tanta fortuna, certo, ma comunque credo, principalmente, per il grande carisma di Augusto…».

Com’erano gli anni Sessanta?

«C’era tanta voglia di fare, di divertirsi e di amare…».

Li rivivrebbe?

«Certo».

Le mancano, quindi?

«Sì, perché c’era quel grande desiderio di stare insieme, che oggi, purtroppo, non c’è più… Il mondo è cambiato…».

Incontra spesso Francesco Guccini?

«Ci siamo visti tre mesi fa…».

Guccini, si sa, non terrà più concerti: almeno, questo è quanto ha dichiarato lui più volte… Lei non ha mai pensato di invitarlo comunque sul palco per una canzone o due, magari per “Dio è morto” o “Auschwitz”?

«Francesco si muove di rado, quindi non penso che possa accadere… Direi che è quasi impossibile...».

L’impegno in ambito sociale dei Nomadi è riconosciuto da decenni: ricordo, ad esempio, il grande Concerto per l’Emilia del 25 giugno 2012, da lei organizzato con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare alle popolazioni colpite dal terremoto poche settimane prima. Purtroppo, oggi, ci troviamo di nuovo al cospetto di un’altra grande tragedia: sta mettendo a punto una nuova iniziativa, un nuovo concerto?

«Certo, il concerto è in programma a fine settembre: a giorni saprò dove si terrà e tutti i nomi dei cantanti che ci raggiungeranno sul palco…».

Info: nomadi.it

Prevendita: biglietteria.ch

 

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