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Subsonica: “Il futuro? È la linea che ci congiunge”

CANTONESubsonica: “Il futuro? È la linea che ci congiunge”

13.03.15 - 06:36
Nella prima data del tour europeo, l’11 aprile, i Subsonica faranno tappa nella Svizzera italiana, tra le mura del Centro Esposizioni di Lugano
Da sinistra Enrico Matta (Ninja), Davide Dileo (Boosta), Luca Vicini (Vicio), Samuel e Max Casacci.
Subsonica: “Il futuro? È la linea che ci congiunge”
Nella prima data del tour europeo, l’11 aprile, i Subsonica faranno tappa nella Svizzera italiana, tra le mura del Centro Esposizioni di Lugano

LUGANO - Reduci dalla pubblicazione del loro settimo album, “Una nave in una foresta” (EMI, settembre 2014), nell’attesa di vederli esibirsi alle nostre latitudini, abbiamo incontrato Samuel (Romano), voce e anima della band.

Samuel, raccontami il processo di lavorazione di questo ultimo disco…
Non cambia mai, è il medesimo da sempre, nei termini che la vitalità creativa del gruppo, ogni volta, si sviluppa nell’arco di circa due anni in cui, raccogliendo scintille e ispirazioni, tutti noi abbozziamo una serie di idee… Nel contempo ci rinchiudiamo nella casa di montagna di Enrico (Matta, “Ninja”, batteria, ndr) e tutto quanto incomincia a prendere forma… Tieni presente, inoltre, che i Subsonica sono una squadra: i versi che compongono una canzone, ad esempio, sono spesso l’amalgama di almeno tre testi messi a punto da altrettanti membri della formazione…

Il titolo del disco riprende il detto “Sentirsi come una barca in un bosco” che sottolinea un senso di non appartenenza…
Quando ciò che ti gira attorno senti che non ti rappresenta sperimenti inevitabilmente questa sensazione…

Con quale aspetto della società odierna vivi tutto questo?
La lista è piuttosto lunga, ma uno, per farti un esempio, potrebbe essere quella sorta di voracità dell’essere umano, in particolare nei “percorsi” economici…

Quali le influenze musicali confluite nell’album?
Anno dopo anno, ognuno di noi vive i propri innamoramenti… Di conseguenza, sono molteplici… E poi si evolvono, cambiano…

E dei tuoi, a livello personale, cosa potresti dirmi?
Ho ascoltato tonnellate di musica elettronica priva di cantato… Anche se quest’ultimo aspetto, se vogliamo, può risultare piuttosto singolare… Inoltre, mi sono riappassionato alla musica italiana, gettandomi in queste giovani scintille, come Le luci della centrale elettrica e Cosmo…

Dalle vostre sonorità trabocca futuro…
Il futuro, come l’immaginazione, è ciò che ci appassiona… È la linea che ci congiunge…

Come vedi la musica tra cinque-dieci anni?
La musica è un oceano in continuo movimento, è difficile rispondere...

Dal 2005, con “Terrestre”, pubblicate tramite la EMI, una major… Quali le differenze rispetto alla Mescal, l’etichetta indipendente attraverso la quale avete dato alle stampe i primi tre album?
Diciamo che nel momento in cui c’è stato questo cambiamento, sotto alcuni punti di vista, la Mescal cercava di trasformarsi in una major e la EMI in una label indipendente… (ride) Quindi, noi, alla fine, non abbiamo vissuto grosse differenze…

Cosa vuoi anticipare a coloro che assisteranno al vostro concerto dell’11 aprile a Lugano?
Oltre ai passaggi importanti delle nostre precedenti produzioni, racconteremo tutto questo nuovo album… È uno dei pochi che in dimensione live suoniamo per intero, oltretutto…

 

 

 

 

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