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SPAZIORosetta, lander Philae atterrato sulla cometa

12.11.14 - 17:18
Bisognerà comunque attendere circa mezz'ora per avere i primi dati e le immagini
Rosetta, lander Philae atterrato sulla cometa
Bisognerà comunque attendere circa mezz'ora per avere i primi dati e le immagini

DARMSTADT - Il lander Philae è atterrato sul nucleo della cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko: è il primo veicolo a compiere una simile impresa, segnando un primato senza precedenti nella storia dell'esplorazione spaziale. La missione Rosetta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha raggiunto il più spettacolare e ambizioso dei suoi obiettivi. Bisognerà comunque attendere circa mezz'ora per avere i primi dati e le immagini.

Aggiornamento 18.03. Philae saldamente ancorato alla cometa - Il lander Philae è "saldamente ancorato" al nucleo della cometa 67/P Churyumov-Gersimenko, ed è anche atterrato a soli 4 centimetri dal punto previsto: sono le ottime notizie dal centro di controllo di Philae a Colonia, trasmesse nella diretta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). "Confermiamo che il lander è sulla superficie della cometa", ha detto il responsabile delle operazioni della missione Rosetta, Andrea Accomazzo, dal centro di controllo dell'Esa a Darmstadt.

La cometa - La cometa di Rosetta sembra più antica del previsto, più polverosa di quanto immaginato e potrebbe essersi formata nella stessa regione dei pianeti rocciosi come la Terra: sono le prime conclusioni che arrivano dall'analisi dei suoi grani raccolti dallo strumento italiano Giada (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator).

Ne ha parlato con l'ANSA una delle ricercatrici del gruppo che ha progettato e sviluppato lo strumento, l'astronoma Elena Mazzotta Epifani, dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte (Oac), dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

Lo strumento Giada è pronto a svelare altri segreti della cometa 67P/Churuymov-Gerasimenko una volta che avrà raccolto i grani liberati durante l'atterraggio del lander Philae. Attualmente la sonda dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) è a meno di 30 chilometri dalla cometa.

"Più vicini si è più si è sicuri della zona della superficie da cui arrivano i grani" spiega Epifani. "Sapere in modo preciso da dove arrivano i grani analizzati – aggiunge – ci aiuta a capire se l'oggetto è omogeneo o se, come sembra dalla forma, è composto da due corpi diversi. Potrebbe anche essere costituito da due frammenti di uno stesso corpo che si è prima rotto e poi riunito. Dall'analisi dei grani inoltre si può comprendere se il contatto è stato catastrofico o gentile".

I grani raccolti finora, sottolinea Epifani, sono più grandi di quanto immaginato (il loro diametro è un decimo di millimetro) e le concentrazioni di polvere rispetto al ghiaccio sono maggiori del previsto: "questo ci dice dove potrebbe essersi formato l'oggetto, nella regione dove sono nati gli altri corpi rocciosi del Sistema Solare".

Lodi svizzere ai ricercatori - La riuscita odierna della missione spaziale Rosetta ha suscitato molta soddisfazione anche in Svizzera. L'operazione "fa onore a numerosi ricercatori svizzeri, all'università di Berna e ad istituti e ditte svizzere per il loro spirito innovativo", ha detto il consigliere federale Johann N. Schneider-Ammann. Il segretario di Stato svizzero per la formazione, la ricerca e l'innovazione, Mauro Dell'Ambrogio, ha sottolineato che "i dati scientifici raccolti finora sono eccezionali e la missione è già da mesi un grande successo".

Dieci anni fa è stata inviata nello spazio la sonda Rosetta, che dopo un lungo percorso attraverso il sistema solare, ha raggiunto oggi la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Alla missione hanno partecipato e sono tuttora coinvolti numerosi Svizzeri.

Il capo del Dipartimento dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) si è detto soddisfatto di mettere all'attivo un tale avvenimento, che costituisce il culmine di un progetto di ricerca iniziato 25 anni or sono, quando la Svizzera presiedeva l'Agenzia Spaziale Europea (ESA). La Confederazione presiede l'ESA anche attualmente con il Lussemburgo.

Schneider-Ammann ha poi anche constatato che "questo progetto dimostra quanto importante sia, nel campo della ricerca, la cooperazione internazionale. È indispensabile che i nostri ricercatori abbiano un'opportunità costante e duratura di partecipare a progetti europei e internazionali e di contribuire con le loro conoscenze a piccoli e grandi progetti, a vantaggio di tutti".

ats ans

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