Cerca e trova immobili

L'OSPITEAncora una volta “BASTA TASSE”

13.02.17 - 11:00
Alain Bühler Vicepresidente UDC Ticino, Fabio Käppeli Granconsigliere PLRT e Lara Filippini Granconsigliera UDC
Ancora una volta “BASTA TASSE”
Alain Bühler Vicepresidente UDC Ticino, Fabio Käppeli Granconsigliere PLRT e Lara Filippini Granconsigliera UDC

In data 13 gennaio 2017 il Consiglio di Stato ha comunicato ai ticinesi di aver modificato, tramite decreto esecutivo, i coefficienti per il calcolo dell’imposta di circolazione 2017 come misura della manovra di rientro e con cui il Governo fa conto di incassare 6.1 milioni di Franchi in più fino al 2019. Una decisione incomprensibile visto che solo 20 mesi fa il Popolo ticinese si è espresso chiaramente contro l’aumento della tassa al grido di “Basta Tasse”, con ben il 67% delle preferenze. Una volontà schiacciante che portava con sé un messaggio chiaro: basta chiedere ancora soldi ai ticinesi.

Ora, non solo hanno deciso di disattendere la volontà popolare ma lo fanno in modo spregiudicato non permettendo ai cittadini di esprimersi sul tema. Un atto indegno nei confronti dei 62'018 cittadini ticinesi che molto chiaramente hanno espresso il loro dissenso nei confronti di una simile misura il 14 giugno 2015. In Svizzera non c’è nessuna legge che imponga il rispetto della volontà popolare, ma è prassi non mettere nuovamente mano ad un argomento prima che siano passati anni dal voto. In questo caso, non solo è stata disattesa una decisione dei cittadini ma si è deciso di mettere mano a quella che risulta essere tra le imposte di circolazione più costose della Svizzera se confrontata con gli altri Cantoni.

Nei giorni seguenti l’annuncio del Governo abbiamo lanciata una petizione denominata “Ancora Basta Tasse” con due obiettivi semplici: spostare la competenza decisionale in merito all’imposta di circolazione e il suo calcolo dall’Esecutivo al Legislativo con conseguente facoltà di referendare le decisioni e riportare i coefficienti allo stato del 2016. Una raccolta firme che sta riscuotendo un gran successo tra i privati, in attesa delle giornate di raccolta ufficiali nelle piazze ticinesi che organizzeremo tra qualche settimana, che ci hanno tornato finora oltre un migliaio di firme. La raccolta delle sottoscrizioni proseguirà fino al 31.03.2017, ma nel frattempo ci siamo immediatamente attivati sul fronte parlamentare preparando un atto che ricalcasse le richieste della petizione che siamo certi non mancherà di trovare cofirmatari in Parlamento, visto che la via giudiziaria risultava ardua.

Nel frattempo, alcuni giorni fa, il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi si è espresso in modo inusuale, probabilmente incalzato dalla rabbia dei cittadini che a ragione si sentono traditi dal Governo, dalle colonne di un quotidiano ticinese per annunciare entro la primavera una riforma totale del sistema di calcolo dell’imposta di circolazione. Una riforma che eliminerebbe il sistema bonus/malus con un importo basato sul peso, la potenza e le emissioni di CO 2 e che dovrebbe entrare in vigore nel 2018. Un annuncio che a cui stentiamo a credere, visto che nella manovra di rientro è previsto per almeno tre anni che il Governo incassi 6.1 milioni di Franchi dall'aumento deciso a fine anno. Oppure, peggio ancora, il nuovo sistema permetterà al Cantone di incassare il medesimo importo con una nuova formula di calcolo della tassa, allargando ulteriormente il divario tra la tassa ticinese e quella di altri Cantoni.

Dubbi legittimi, ma vogliamo concedere a Gobbi il beneficio del dubbio e pertanto abbiamo deciso di congelare l’atto parlamentare fino al 30 aprile 2017 in attesa che il messaggio relativo alla nuova imposta di circolazione venga presentato.

Nel frattempo la raccolta firme proseguirà, e se il messaggio governativo non giungerà sui banchi del Gran Consiglio entro quella data allora procederemo in parlamento con la proposta di modifica della legge. Infine, assicuriamo sin d’ora che se la nuova imposta di circolazione risulterà essere troppo onerosa rispetto alla media nazionale e soprattutto alla realtà ticinese e se permetterà ancora al Governo si prendere decisioni simili in modo autoritario e unilaterale, allora un referendum sarà inevitabile.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE