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L'OSPITEAnche il POP contro la politica finanziaria della destra

17.01.17 - 15:00
La segreteria del Partito Operaio Popolare
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Anche il POP contro la politica finanziaria della destra
La segreteria del Partito Operaio Popolare

Sinistra unita contro la politica finanziaria della destra, anche il Partito Operaio e Popolare ha deciso di scendere in piazza il 21 gennaio!

Bisogna dire basta a questa politica finanziaria e gridare la nostra opposizione al Governo e alle forze politiche borghesi. Come si fa a credere ai discorsi di Lega, Plr e Ppd, nessuno aveva nel proprio programma di tagliare nel sociale, ma quando si tratta dei conti del cantone tutte queste forze sono sempre favorevoli a tagliare, piuttosto che aumentare le entrate a carico dei ricchi, per loro la diminuzione della spesa è l’unica via.

Il Pop invita i ceti popolari ad organizzarsi per opporsi alla politica di destra e chiedere un netto cambio di rotta. La manifestazione del 21 gennaio deve suonare l’allarme, così non si può andare avanti. I ceti popolari hanno bisogno di un'alternativa alla politica liberista iniziata con Marina Masoni e da allora portata avanti da tutti i governi che le sono succeduti.

Noi daremo il nostro contributo con un corteo dalla Stazione, che scenderà verso piazza governo alle 10.30, assieme a chi volesse unirsi a noi.

Il 12 febbraio 4 volte No.

Come tutte le altre forze della sinistra del cantone, anche il Pop boccia la politica finanziara del Consiglio Federale e del Consiglio di Stato, approvata invece dai legislativi federale e cantonale.

Abbiamo partecipato al lancio dei 4 referendum sui quali invitiamo a votare No!

Per noi è evidente per i seguenti motivi:

- Non si può accettare che lo Stato tolga ai poveri per regalare ai ricchi. Risparmiare oltre 25 milioni di franchi sulle spalle dei più poveri, per regalare sgravi fiscali ai ricchi per centinaia di milioni di franchi, è qualcosa che può accettare solo un ricco.
- In Ticino siamo il cantone con il più alto rischio di povertà di massa, l’ultima cosa da fare è tagliare nel sociale, lo Stato non dovrebbe garantire una vita dignitosa a tutti?
– Questa politica è la stessa da almeno 20 anni e le finanze dello Stato sono sempre in crisi. Ogni anno si dibatte su quali tagli operare, cercando di offrire meno referendum possibili, e i vari opportunisti salgono e scendono sul e dal carro dell’opposizione secondo i propri interessi. Non si vede una fine ai tagli nel sociale, nella scuola, nei salari dei dipendenti pubblici, e i grandi capitali diventano sempre più grandi, con un continuo aumento delle disparità tra ricchi e poveri.

Taglio
No alla riforma III della fiscalità delle imprese
No alla riforma della LAPS
No alla riforma delle cure a domicilio
No ai tagli nella giustizia

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