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L'OSPITEPerché votare sì all’economia sostenibile, ora

16.09.16 - 06:00
Simona Arigoni Zürcher, I Verdi Ticino
Perché votare sì all’economia sostenibile, ora
Simona Arigoni Zürcher, I Verdi Ticino

Basta guardare quello che è diventato il Ticino negli ultimi anni per capire che questo tipo di crescita economica ci sta lentamente distruggendo, una crescita basata sullo sfruttamento delle risorse che scarica sull'intera collettività i costi. Chiedere all'economia di produrre in maniera più efficiente, come vuole l'iniziativa per un'economia verde in votazione il 25 settembre, significa anche ridurre le spese a cui anche noi dobbiamo contribuire nostro malgrado.

Prendiamo ad esempio i rifiuti: gli svizzeri sono secondi in classifica in Europa per produzione di spazzatura: ben 730 Kg pro-capite che per finire gravano sulle nostre spalle. Li paghiamo come consumatori perché nel prezzo di ciò che comperiamo è incluso anche l'imballaggio, che spesso non serve a proteggere ma solo a renderlo più attraente. E li paghiamo come contribuenti perché le spese per lo smaltimento ricadono su tutta la collettività.

Oggi i prodotti che compriamo sono già programmati per rompersi dopo un breve periodo di tempo, è il principio dell’ “obsolescenza programmata”. Compriamo un frullatore che dopo un anno e mezzo sarà inutilizzabile e impossibile da riparare, e saremo obbligati a ricomperarne un altro. E di nuovo paghiamo due volte: per ricomperare l’oggetto e per smaltire quello che si è rotto. La maggioranza dei consumatori è stufa di questo sistema e chiede prodotti che durino più nel tempo, elettrodomestici che si possono riparare, con un conseguente risparmio di soldi.

Gli argomenti dei contrari sono assurdi: nessuno vuole tornare al Medioevo, anzi vogliamo andare verso un futuro migliore! La doccia calda continueremo a farla, solo che la faremo grazie ad un boiler più efficiente che ci farà risparmiare anche sulla fattura di energia. E non è vero neppure che con un’Economia verde caleranno i posti di lavoro. Il settore Cleantech è quello che è cresciuto maggiormente negli ultimi anni, conta 530 000 posti di lavoro in Svizzera, quasi lo stesso numero delle industrie farmaceutiche in settori come ricerca, energie rinnovabili, riciclaggio, riparazione. Le nuove tecnologie sono anche l’occasione di nuovi posti di lavoro e nuove professioni. Basti pensare che mentre in Europa l’economia tradizionale è stagnante, negli ultimi 15 anni i posti di lavoro nell’ “economia verde” sono più che raddoppiati. Inoltre con un ottimale riutilizzo di materie prime all’interno della Confederazione, la nostra dipendenza dagli altri Stati sarebbe oltremodo ridotta.

Lo sanno anche le 200 multinazionali che si sono dette pronte ad affrontare questo cambio di impostazione e condividono gli obbiettivi dell’iniziativa. Anche loro hanno capito che ci sono molte occasioni da cogliere e che andando avanti con il sistema produttivo attuale finiremo tutti contro un muro. Come dice bene il professor Sergio Rossi abbiamo bisogno di "un'economia al servizio della società e dell'ambiente, anziché un ambiente e una società al servizio dell'economia" e prima che sia troppo tardi!

 

 

 

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