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L'OSPITEEconomia Verde, una possibilità di sviluppo economico per il Ticino

25.08.16 - 18:00
Jessica Bottinelli
Foto d'archivio (Tipress)
Economia Verde, una possibilità di sviluppo economico per il Ticino
Jessica Bottinelli

In Ticino la situazione economica e in particolare del mercato del lavoro è pessima, nonostante si cerchi in molti modi di abbellire la realtà.

Il tasso di disoccupazione ILO si attesta al 6,2% (ben superiore alla media Svizzera del 4,3%), le persone che si sono rivolte all’assistenza sono in netto aumento e gli stipendi mediani nel nostro cantone sono in caduta libera da anni in molti settori.

Di fronte a questo scenario tutt’altro che edificante ci sono due strategie possibili: continuare ad agire come si è sempre fatto (ma i risultati sono lì da vedere) oppure mescolare le carte e cambiare completamente tattica. L’iniziativa promossa dai Verdi “Per un'economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse", in votazione il 25 settembre, si muove esattamente in questa direzione.
Negli ultimi anni il settore che più è cresciuto e che meglio ha sopportato la recente crisi economica è il cleantech (il tasso di attività è cresciuto fino al +6,7%). L’iniziativa vuole portare l’impatto ecologico della Svizzera a un livello sostenibile entro il 2050. Il margine di tempo è molto largo e le imprese hanno tutto il tempo per prepararsi. Per arrivare a questo obbiettivo non si vogliono cambiare le abitudini dei cittadini come alcuni vogliono farci credere. No, è l’economia che deve cambiare.

Come? Mille esempi possibili ma eccone solo alcuni:

- Pensiamo agli elettrodomestici prodotti negli anni ’80 o ancora meglio ai telefonini degli anni ’90 e 2000. Duravano molti anni e si potevano riparare. Oggigiorno siamo costretti a buttare e ricomperare ogni volta gli stessi oggetti a causa dell’obsolescenza programmata.

- In Svizzera solo l’11% delle plastiche è riciclato. Se si riciclasse il 100% delle plastiche quanti posti di lavoro nel settore industriale si verrebbero a creare?

- Se si sostituisse l’olio di palma contenuto nei nostri prodotti con dell’olio di colza prodotto localmente senza causare danni irreparabili per via della deforestazione selvaggia in atto in Asia, quanti potenziali nuovi agricoltori avremmo?

- Se invece di importare legno disboscato illegalmente in Asia (la Svizzera non ha una legge che lo vieta!), si creasse una filiera del legno sostenibile e locale quale sarebbero le ripercussioni sul mondo del lavoro e sul nostro territorio?

- San Francisco ricicla l’80% dei rifiuti urbani e industriali, se avessimo gli stessi obbiettivi quanti posti di lavoro nel settore della valorizzazione dei materiali avremmo?

Questi sono solo alcuni dei numerosi esempi. Invito gli scettici a partecipare alla nostra giornata del 28 agosto prossimo a Bellinzona, lì potrete conoscere delle aziende locali che già agiscono nel rispetto dell’ambiente senza avere conseguenze negative per il loro fatturato. Prima di giudicare venite a toccare con mano, venite a vedere quale futuro potremmo lasciare ai nostri giovani.

Jessica Bottinelli

 

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