Partito Comunista
Parigi, ancora una volta, piange le vittime di un brutale attentato, scatenato - così pare - da frange legate al terrorismo attivo in Medio Oriente. Gli stessi elementi che da anni insanguinano Libia, Siria e altri paesi della regione: è di pochi giorni fa la notizia di una mattanza analoga nelle periferie di Beirut.
Gli stessi elementi a cui, purtroppo l'Occidente – Francia in primis – ha letteralmente spianato la strada, caldeggiando la disgregazione sistematica delle entità statuali irakena, libica, siriana e via dicendo, e appoggiando con ingenti flussi di armamenti e capitali l'azione terroristica di cosiddetti "ribelli moderati". La situazione venutasi a creare a causa dell'interventismo occidentale, del tutto funzionale agli interessi statunitensi in Medio Oriente – come del resto l'ostilità, imposta all'Europa, verso Russia e Cina e altre potenze emergenti – ha creato l'habitat ideale per la proliferazione di milizie terroristiche in grado anche di radicalizzare migliaia di disperati residenti in Europa, magari nei ghetti delle banlieue parigine, pronti a fungere da manodopera del terrore.
Le parole del presidente siriano Assad si sono purtroppo rivelate profetiche: «il terrorismo è come uno scorpione: se te lo tieni in tasca prima o poi ti punge». Una vera e propria lama a doppio taglio, a cui troppo a lungo certe cancellerie occidentali hanno strizzato l'occhio, senza curarsi delle gravi conseguenze che avrebbero potuto prodursi.
Il Partito Comunista ammonisce ormai da troppi anni su questo tipo di pericolo, predicando nel deserto: l'ingerenza negli affari interni di altri Paesi ha causato squilibri del tutto prevedibili. La Svizzera – come più volte da noi ribadito – deve impegnarsi fin da subito nel