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L'OSPITESecondo tunnel del Gottardo

02.10.15 - 18:00
Roberta Pantani, Consigliera nazionale
Secondo tunnel del Gottardo
Roberta Pantani, Consigliera nazionale

In questi giorni i Sindaci dei principali centri del Mendrisiotto si sono espressi su media di oltralpe contro la realizzazione del tunnel di risanamento del Gottardo. Ricordo: la costruzione di un secondo tunnel autostradale senza aumento di capacità è stato proposto dal Consiglio federale, e accolto dal Parlamento, per permettere il risanamento completo del tunnel esistente. Questo risanamento richiede una chiusura totale del tunnel per almeno tre anni. La costruzione di un tunnel di risanamento senza aumento di capacità assicura che il Ticino disponga anche in questo periodo di un collegamento viario con il resto del Paese. Questa soluzione permette inoltre di separare in due tubi separati il traffico, che ora corre in contromano. Si tratta pertanto pure di un investimento nella sicurezza di questo collegamento stradale, così importante per il nostro Cantone.

La votazione popolare con ogni probabilità avrà luogo il prossimo 28 febbraio e i toni – come è prevedibile – iniziano ad alzarsi, non sempre a beneficio di un dibattito ragionato e informato Nelle scorse settimane però, il comitato per l’Iniziativa delle Alpi – quelli, per intenderci, contro la realizzazione del secondo tunnel – ha avuto la buona idea di farci capire a cosa il loro “no” è un “sì”, hanno, cioè, presentato alla stampa un’ulteriore soluzione, a loro dire, alternativa: la realizzazione di terminal di carico strada/ferrovia ai confini, ossia a Basilea e a Chiasso.
Fino a un certo punto il ragionamento non è sbagliato: in effetti, il Consiglio federale ha già annunciato che qualora il popolo respingesse la costruzione di un tunnel di risanamento dovrebbe costruire per più di un miliardo di franchi (!!!) delle stazioni provvisorie per il trasferimento del traffico a Biasca e a Erstfeld, nonché ad Airolo e Göschenen, stazioni che poi verrebbero smantellate a risanamento effettuate, soluzione che – su questo punto sono d’accordo tutti – sarebbe deleteria: si sprecherebbero somme ingentissime senza alcun controvalore.
In questa ottica potrà anche sembrare sensata la proposta di costruire questi terminali lungo la frontiera, affinché possano essere di natura permanente, e non provvisoria. Ma guardiamo i dettagli, e realizzeremo che si tratta di un’idea del tutto irrealizzabile, di un’utopia che non tiene conto di molti fattori per noi del Mendrisiotto, importantissimi, ad iniziare dall’ubicazione dei terminali: Ricordo che alcuni anni fa, dopo un’uscita sulla stampa del direttore dell’Ufficio federale dei Trasporti, Füglistaler, sulla possibilità di realizzazione di un “piano B”, ossia di un terminale nei pressi di Chiasso, nell’ambito della realizzazione del cosiddetto “corridoio 4-metri” per il trasporto delle merci su Alptransit, il Municipio di Chiasso, con il Sindaco in testa, andò a Berna a portare le proprie rimostranze di fronte a questa proposta che avrebbe avuto conseguenze disastrose sulla nostra viabilità, già oggi in difficoltà e un grande impatto ambientale. Si parlò, notabene, di un terminale con una capacità ridotta, di 150'000 camion all’anno circa, dunque ben lontano dal terminale per 700'000 camion necessario per poter assorbire il traffico durante il risanamento del tunnel autostradale! Dopo aver ricevuto rassicurazione da parte dell’Ufficio federale dei Trasporti che si trattava unicamente di un’ipotesi, la sottoscritta ha ripetuto in Parlamento la medesima domanda alla Consigliera federale Leuthard, ricevendo la medesima rassicurazione. Il Parlamento federale ha votato infine un credito di 230 milioni affinché la Svizzera realizzasse i terminal di carico al di fuori dei propri confini, proprio per evitare che il nostro già sollecitato territorio venisse ulteriormente caricato di traffico pesante del tutto parassitario.

Oggi, il Comitato dell’Iniziativa delle Alpi, arriva con la medesima proposta, con ancora dei punti da chiarire. Secondo i promotori si dovrebbe trattare di una realizzazione permanente, di un costo pari se non superiori a quello del tunnel di risanamento, ma con un impatto sull’ambiente di dimensioni sproporzionate. Dove sarebbero a disposizione nel Mendrisiotto, oltre 80'000 m2 per il terminal? E quali sarebbero le conseguenze sulle strade del distretto, con un traffico di 500’000-600'000 camion
provenienti da tutta Europa?

Oltre a ciò, sarebbero da valutare pure gli ingenti costi aggiuntivi derivanti dall’acquisto di materiale rotabile: già solo per la variante tra Biasca e Erstfeld secondo il Consiglio federale sarebbe necessario l’acquisto di 400 nuovi carri e 24 nuove locomotive, figuriamoci per poter assicurare una autostrada viaggiante da Chiasso a Basilea con la stessa capacità! Inoltre, occorrerebbe aggiungere tracce supplementari su cui far circolare questi treni in più, aggiungendo così traffico ad una linea a sud di Lugano già congestionata e satura per la circolazione dei treni regionali.
Insomma, non proprio una grande idea. Ciò che mi fa specie, è che i sindaci dei principali centri del Mendrisiotto non ci abbiano pensato. Il loro “no” al tunnel di risanamento è un “sì” a cosa, esattamente? Attendo con curiosità la loro risposta.

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