Cerca e trova immobili

L'OSPITELa piazza finanziaria ticinese deve cambiare marcia

13.07.15 - 06:00
di Gianmaria Frapolli
tipress
La piazza finanziaria ticinese deve cambiare marcia
di Gianmaria Frapolli

Vorrei analizzare la situazione attuale e futura della piazza finanziaria Ticinese, quella passata è chiara agli occhi di tutti. Purtroppo, le persone che hanno causato questo triste scenario, si dileggiano facendo gite in barchetta per poi fermarsi a mangiare risotto e luganighe a Bellinzona. Queste persone percepiscono mezzo milione di franchi l’anno, pagati con le nostre tasse, ma poco importa loro le situazioni a cui siamo confrontati noi operatori finanziari. Non è tuttavia mia intenzione far polemica in modo sterile.

La piazza finanziaria purtroppo subisce un’enorme perdita di capitali (vedi procedura di emersione dei capitali verso l’Italia, meglio conosciuta come voluntary disclosure), inutile fare cifre, quello che deve passare è il concetto. La diminuzione di questi capitali nelle banche elvetiche è dovuta in primis alle sanzioni che il contribuente italiano pagherà per avere evaso il fisco, ma anche ad una parte di averi che verranno in seguito portati in Italia in gestione, anche se al momento non sembra esserci particolare volontà di rimpatriare. Questo cataclisma finanziario spinge l’economia verso una nuova dinamica di riduzione del personale e, purtroppo, anche dei salari, causati non da ultimo dalla redditività dei portafogli che ovviamente è spinta a ribasso.

Visto quanto precede viene naturale chiedersi: vogliamo accettare questa situazione senza reagire oppure vogliamo contrastare in modo deciso questi avvenimenti?

Piangersi addosso, come di consueto, non serve a nulla, è invece necessario rimboccarsi le maniche. Dobbiamo quindi chiederci cosa desidera dal suo interlocutore il cliente che detiene averi nel nostro paese. La risposta è semplice: la persona di FIDUCIA con le necessarie competenze professionali adeguate ai tempi odierni. Non esiste più la figura del bancario che seguiva una famiglia di generazione in generazione. Oggi le grandi banche applicano la politica della job rotation per far si che il cliente sia fidelizzato più al brand che non al consulente, più sensibile alle relazioni umane consolidate nel tempo. Per questi motivi i consulenti oggi tendono ad essere completamente disorientati e di riflesso diventano degli esecutori di strategia interna più che osservare le vere esigenze del cliente. Questo capita tipicamente per i patrimoni tra 1 e 10 mio, relativi a clienti che sono stati messi sotto pressione, in termini di redditività, e che oggi sono delusi per ovvie ragioni. A partire da questo target di clientela va rilanciata la piazza finanziaria, coinvolgendo gli operatori finanziari, dalle banche di piccole-medie dimensioni agli intermediari finanziari. La vera forza di una simile iniziativa deve passare per il consolidamento ed il rinnovamento del rapporto di fiducia con il cliente, come in passato. In parte queste competenze sono già presenti negli intermediari attuali, ma temo che non ci sia più la voglia necessaria di rilanciare questo tipo di servizio. Infatti i proprietari delle strutture finanziarie attuali hanno vissuto in altri tempi dove, per bravura, ma anche grazie ad un pizzico di fortuna legata alla congiuntura dei mercati, hanno avuto degli ottimi risultati. Queste strutture non devono essere abbandonate al loro destino ma, con il supporto di giovani leve, formate e grintose, intenzionate a voler creare un nuovo modo di fare business, risollevate dalla crisi. La stabilità della Svizzera è importantissima e aiuta, ma non dobbiamo starcene con le mani in mano. Non ci sono molte alternative: o ci si adagia sugli allori con il rischio di rovinare tutto quanto fatto di buono in passato, oppure ci si attiva per concedere ai giovani preparati e volenterosi la chance di continuare e progredire. Dal canto mio credo che se tra le nuove leve si crea il presupposto per avere le carte in regola, è giusto che venga ceduto loro il testimone, aggregandosi in nuovi modelli e nuove strutture, per portare avanti una tradizione nella quale abbiamo pur sempre un know how eccelso. Siamo svizzeri, fieri di esserlo, facciamo vedere al mondo che, oltre al cioccolato, sappiamo gestire meglio di tutti gli interessi dei clienti anche senza il segreto bancario.

Gianmaria Frapolli

Economista

Deputato in Gran Consiglio

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE