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L'OSPITEIl gioco sporco dell’Ufficio federale delle strade

28.05.15 - 15:40
Elena Ramelli, Airolo
Il gioco sporco dell’Ufficio federale delle strade
Elena Ramelli, Airolo

Il mio nome è Elena Ramelli e da 59 anni, nel periodo di apertura del passo del San Gottardo, vendo ai turisti Bratwurst e Cervelat cucinati su una griglia all’aperto, all’aria buona dei 2091 metri del passo. In questi giorni ho notato dei fatti strani che mi hanno fatto decidere di scrivere ai giornali. Ho la netta impressione che la realtà sia manipolata dall’Ufficio federale delle strade. A quale proposito non so, ma ho il sospetto che l’USTRA stia manipolando le nostre sensazioni per sostenere la causa del raddoppio della galleria autostradale. Ma ecco i fatti.

Mercoledì scorso leggo su Teletext che gli esperti dell’USTRA hanno scoperto dei massi pericolosi sulla Schollenen e cioè sulla tratta che da Andermatt porta a Göschenen. Stranamente però la strada del passo viene chiusa soltanto lunedì di Pentecoste alle 15:30 e cioè all’inizio del rientro del ponte di Pentecoste.

Casualità decisamente dubbiosa perché il pericolo c’era già da mercoledì e non solo da lunedì. Perché gli automobilisti son transitati per sei giorni in un luogo ritenuto pericoloso? Oppure, se non era così urgente, perché non si è atteso le 20:00 di lunedì per chiudere la strada del passo, evitando così chilometri e chilometri di colonne sull’autostrada. Colonne che ogni giorno si creano artificialmente, manipolate da semafori che spesso sono rossi per lunghi minuti anche quando non ci sono autovetture, oppure di notte quando il traffico è inesistente ma bisogna attendere; notizie di code fasulle causate e volute a tutti i costi. Silenzio sui percorsi alternativi tipo la Tremola, costata 2 milioni per essere usata una volta ogni tanto da una carrozza trainata dai cavalli.

Esasperazione organizzata da ormai troppo tempo che anche il più fesso dei cittadini ha ormai capito essere causata per gratificare i politici di un cantone che si definisce turistico e che penalizza i suoi ammiratori con colonne aggiunte ad autocarri fermi all’imbocco della galleria, come se da Bellinzona ad Airolo ci fosse solo Airolo ad accogliere l’inquinamento di chilometri di code con il motore acceso.

I sassi scendono dalle montagne: è sempre capitato e purtroppo continuerà a capitare. Certo, e abbiamo capito anche che i sassi che scendono dalla montagna muovono molti milioni di franchi. Facciamo un altro esempio: il caso della Valascia. Un esempio lampante di sicurezza manipolata. 300 metri più in là, sotto lo stesso pendio, ci sono le scuole comunali di Ambrì. Ci dicono che la Valascia, va assolutamente spostata, lì è troppo pericolosa. Sulle scuole, invece, silenzio assoluto. Forse che il pericolo per le scuole non esiste? Insomma: davvero ci credete tutti fessi?

Ho l’impressione che la frana del Canton Uri sia un modo tipicamente urano di battere cassa a Berna per la copertura della Schollenen, ottimo modo per foraggiare alcune imprese ben conosciute. E per, come detto, dare una mano alla causa di chi vuole il raddoppio del San Gottardo esasperando gli animi degli ignari viaggiatori autostradali.

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