Cerca e trova immobili

L'OSPITE14 giugno, 4 no dalla SSIC TI

11.05.15 - 17:05
Società svizzera impresari costruttori sezione Ticino
14 giugno, 4 no dalla SSIC TI
Società svizzera impresari costruttori sezione Ticino

Continuano a ritmo incalzante le iniziative popolari volte a caricare nuovi oneri finanziari sulle spalle degli imprenditori del nostro Paese. Imprenditori che si trovano attualmente confrontati con mille difficoltà dettate dalla concorrenza e dalle difficili dinamiche legate al mercato del lavoro. In previsione della votazione popolare del prossimo 14 giugno, l'Ufficio presidenziale della SSIC Sezione Ticino ha pertanto deciso di prendere posizione su 4 dei 6 temi sottoposti al popolo svizzero, proprio in funzione della loro rilevanza sul piano economico per il settore imprenditoriale.

NO alla nuova imposta sulle successioni 

Malgrado il titolo allettante (tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS) questa iniziativa popolare è particolarmente penalizzante per gli imprenditori. Lo è dal profilo economico visto che l'aliquota d'imposta prevista è addirittura del 20% e verrebbe applicata a donazioni annue che superano i 20'000.- franchi e nei casi in cui l'importo complessivo della successione supera i 2 milioni di franchi! Lasciamo immaginare le conseguenze economiche che cadrebbero sulle spalle delle molte imprese di famiglia nel momento del cambio generazionale. Le risorse finanziarie che bisognerebbe destinare a questa nuova imposta mancherebbero inevitabilmente per gli investimenti in azienda, mettendo addirittura in pericolo molte PMI e i loro impieghi.

Oggi, nella maggior parte dei Cantoni, i figli non pagano l'imposta di successione. L'iniziativa in votazione obbligherebbe anche loro a pagarla, alla pari di altri parenti o persone terze. Questo approccio contraddice in pieno lo spirito costituzionale che vuole promuovere la famiglia.

Occorre poi ricordare che il reddito, la sostanza e il risparmio vengono già tassati ogni anno. L'imposta sulle eredità tasserebbe una terza volta lo stesso patrimonio, penalizzando oltremodo chi produce, risparmia e genera indotto economico per la crescita del nostro Paese. Insomma, un progetto da respingere con vigore.

NO alla nuova imposta Billag

L'impostazione data alla nuova imposta Billag non è condivisa dall'Ufficio presidenziale della SSIC TI in quanto chiede alle imprese di costruzione di pagare un servizio che, proprio per la modalità in cui si svolge l'attività di cantiere, non verrà mai usato. L'altro aspetto che contestiamo di questa tassa è dato dal fatto che l'importo viene stabilito in funzione della cifra d'affari annua della ditta.

Visto che nell'edilizia ogni dipendente genera una cifra d'affari di 200-250 mila franchi all'anno, un'impresa con alle dipendenze solamente 3 lavoratori dovrebbe versare un canone minimo di 400.- franchi all'anno (con 5 dipendenti la tassa passerebbe già a 1'000.- franchi).

Si tratta dunque di importi rilevanti, ingiustificati anche dal fatto che i singoli dipendenti pagano già privatamente il canone e inopportuni in un contesto economico non certo facile come l'attuale.

NO al salario minimo ancorato nella Costituzione cantonale

Nonostante il fatto che l'introduzione di un salario minimo a livello costituzionale non avrebbe ripercussioni dirette sugli stipendi nei settori, come quello dell'edilizia, regolamentati dal Contratto collettivo di lavoro, ci opponiamo a questa inutile iniziativa costituzionale. Gli strumenti per combattere il dumping salariale in quei settori dove è comprovata l'esistenza di forti distorsioni nel mercato del lavoro vi sono già e sono peraltro già stati usati con l'introduzione del Contratto normale di lavoro. Le trattative in merito alle condizioni di lavoro (infatti non si può ridurre il discorso del lavoro unicamente allo stipendio) vanno lasciate ai partner sociali, settore per settore, senza dunque imporre soluzioni statali uguali per tutti. Quanto ottenuto nell'edilizia principale in Svizzera, con uno dei contratti collettivi di lavoro socialmente più avanzati, dimostra peraltro la bontà di tale approccio per regolamentare il mercato indigeno del lavoro.

NO alla nuova tassa di circolazione

Verso la fine dello scorso anno, la nostra Associazione si era fatta promotrice nei vostri confronti nella raccolta delle firme per il referendum contro la decisione presa dal Gran Consiglio lo scorso 25 novembre riguardante la modifica della Legge sulle imposte e tasse di circolazione dei veicoli a motore. La modifica di legge accorda in sostanza al Consiglio di Stato la facoltà di applicare un supplemento variabile tra l'1% e il 5% all'imposta di circolazione di automobili, autoveicoli pesanti e autobus, motoveicoli e motoleggere. Stabilisce inoltre che questo supplemento venga destinato a finanziare provvedimenti a favore della mobilità sostenibile. Se il principio degli ecoincentivi può essere condiviso, l'Ufficio presidenziale della SSIC TI contesta il fatto che si andrebbe ad aumentare un'imposta che già ora è tra le più care in Svizzera.

Questa soluzione non tiene inoltre conto del fatto che anche gli automezzi con targhe estere (di transito o di frequenza giornaliera come nel caso dei numerosi frontalieri) inquinano e generano anch'essi disagi e traffico. In sostanza, auspichiamo che lo Stato riduca la spesa pubblica prima di richiedere nuovi sacrifici ai cittadini, anche nell'ambito degli ecoincentivi.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE