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L'OSPITELa politica delle zoccolette

03.05.15 - 10:29
Michel Venturelli, criminologo
Foto Ti-Press Gabriele Putzu
La politica delle zoccolette
Michel Venturelli, criminologo

Attaccando la revisione della proposta di legge sulla prostituzione Giorgio Galusero mi mette in difficoltà. Mi mette in difficoltà perché mi obbliga a condividere la posizione di Norman Gobbi, che anch’io (come tutti) ritengo un super poliziotto, ma un pessimo amministratore. Un fine politico però (nel senso della politichetta)! Lui sa che le azioni di forza piacciono agli elettori che plaudono chi usa molto i muscoli e poco il pallottoliere. Tutti vogliamo sicurezza. Nessuno è nemico della sicurezza! Ma qualcuno non sa contare.

Per ottenere la massima sicurezza possibile bisogna mirare a una sicurezza dai costi sostenibili. È disonesto millantare soluzioni favolose dai costi impraticabili. La strategia repressiva ha funzionato per anni, ma oggi da sola rappresenta un costo eccessivo se vogliamo continuare ad avere un tasso di sicurezza decente, senza intaccare troppo gli altri servizi dello Stato, anch’essi necessari al cittadino

Purtroppo Gobbi non sa neppure cosa fa la polizia. L’elenco dei compiti che “competono necessariamente alla polizia e dei compiti oggi delegati alla polizia, ma che potrebbero essere eseguiti da altri servizi”,  lo chiesero i verdi al Governo in una mozione dal titolo  “Liberare la polizia dai compiti che non le competono”. Era il 20 giugno del 2011. Stiamo sempre aspettando una risposta.
Da anni si chiede al ministro leghista di studiare il fenomeno, ma lui si limita a combatterlo e ad esibire cifre fuori contesto che lo mostrano vincitore. Come in un regime.

Oso sperare che le posizioni e le operazioni make-up a fini elettorali siano ora concluse, e che si torni finalmente a ragionare adottando soluzioni pragmatiche. Quello che i liberali e i ppd chiamano “un vademecum per aprire un bordello”, non è altro che un insieme di regole molto molto astringenti, che definiscono la posizione di chi ambisce a gestire un postribolo; questo perché è un’attività che non si può affidare, e non deve essere affidata, a chiunque… ed è inutile la norma che impone il divieto di entrata ai minori? Mah! Si dice anche che la proposta non accenna all’arginamento del meretricio, come se già non ci fossero gli strumenti utili a contenere le attività considerate moleste… e via discorrendo. Il culmine della malafede vien toccato quando, cercando di mettere Gobbi in difficoltà, il plr e il suo deputato hanno proposto di proibire la pubblicità a “luci rosse. Possibilità la cui base legale è stata sviscerata dal parlamento cantonale due legislature fa, quando tra quelli che ebbero ragione ci fu proprio il Plrt. Plrt che però si trovava a difendere posizioni diametralmente opposte a quelle odierne, con il foglio liberale per eccellenza – la Regione – che pubblicava annunci erotici per oltre 1 milione di franchi all’anno. Il mercato adesso si è spostato sul Mattino della domenica, e questo sembra essere l’unico motivo comprensibile – ma difficilmente giustificabile – per il quale il partito liberale è oggi contrario alla pubblicazione di tali annunci.

La legge “Gysin”, checchenedicano Galusero & co, è attualmente l’unica delle diverse versioni sin qui proposte e studiate che, considerando i mezzi disponibili, permette di avere un buon controllo del mercato. Ci sono inoltre le regole che tutelano al meglio gli interessi dei cittadini, garantendo nel contempo i diritti fondamentali di chi si prostituisce (eh sì! anche le puttane hanno dei diritti)… il che di per sè, in una democrazia, sarebbe già da considerarsi un bel passo avanti.

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