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L'OSPITEPer una politica d’asilo generosa e la libertà per i prigionieri di coscienza sauditi

26.04.15 - 15:19
Amnesty International Svizzera
Per una politica d’asilo generosa e la libertà per i prigionieri di coscienza sauditi
Amnesty International Svizzera

Con l’approvazione di tre risoluzioni sui temi dell’asilo, la sorveglianza di massa e la libertà d’espressione in Arabia Saudita si è conclusa oggi pomeriggio l’Assemblea generale 2015 della Sezione svizzera di Amnesty International.

Ieri i membri dell’organizzazione hanno ribadito il proprio impegno a sostegno dell’iniziativa per multinazionali responsabili appena lanciata. Le responsabilità delle multinazionali in materia di diritti umani, la corresponsabilità della Svizzera nella politica migratoria nel Mediterraneo, l’impatto della sorveglianza di massa sulle nostre libertà fondamentali, le gravi limitazioni alla libertà d’espressione in Arabia Saudita. Questi sono quattro dei tanti temi d’attualità di cui si sono occupati i circa 270 membri di Amnesty International riuniti a Lucerna in occasione dell’annuale Assemblea generale. Nel corso della due giorni di lavori si sono inoltre succeduti incontri con difensori dei diritti umani e attivisti svizzeri e stranieri, discussioni sullo sviluppo e le finanze dell’organizzazione, sono stati eletti i membri del Comitato esecutivo e discusse risoluzioni proposte dai gruppo di attivisti.

Per l'impegno della Svizzera in soccorso dei migranti

Una terza risoluzione è dedicata alla tragedia in corso nel Mediterraneo. Da diversi anni numerosi membri di Amnesty sono impegnati a sostegno della campagna "SOS Europa" che chiede ai governi europei di mettere in atto una politica migratoria umana. Visti gli eventi recenti i membri di Amnesty International chiedono al Consiglio federale e alla presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga di partecipare finanziariamente alla creazione di un sistema di ricerca e I salvataggio efficace nel Mediterraneo, ma anche di garantire vie d’accesso legali e sicure all’Europa e alla Svizzera, per esempio con la reintroduzione della possibilità di chiedere asilo presso le Ambasciate. Inoltre chiedono alla Svizzera maggiore generosità nell’accoglienza come pure un impegno da parte della Confederazione nell’informare e sensibilizzare la popolazione così da influenzare positivamente l’attitudine della popolazione nei confronti di rifugiati e migranti.

Per la protezione della sfera privata dalla sorveglianza di massa

I membri della Sezione svizzera di Amnesty International hanno pure espresso critiche nei confronti delle violazioni die diritti umani che si accompagnano alla sorveglianza di massa, come rivelato da Edward Snowden. Chiedono al governo svizzero di far luce sulla sorveglianza da parte di servizi di intelligence stranieri attivi nel nostro paese e di prendere le misure adeguate a tutela della sfera privata dei cittadini. Raccomandano inoltre ai membri del Parlamento di respingere qualsiasi forma di sorveglianza di massa generalizzata e non basata su sospetti e di adattare di conseguenza la Legge sul servizio informazioni.

Per Raif Badawi e prigionieri di coscienza in Arabia Saudita

Domenica i partecipanti si sono collegati in video-conferenza con Ensaf Haidar, la moglie del blogger saudita Raif Badawi. Suo marito è stato condannato a 10 anni di carcere e 1'000 frustate per aver espresso opinioni critiche della religione e del regime saudita dalle pagine del suo blog. Negli scorsi mesi decine di migliaia di membri di Amnesty International nel mondo si sono mobilitati a sostegno di Raif. Con parole cariche di emozione Haidar ha ringraziato per la solidarietà gli attivisti di Amnesty, chiedendo loro di continuare nel loro impegno: “Grazie a voi ho ancora la forza per lottare!” ha detto. Attraverso una risoluzione, i membri presenti all’Assemblea hanno nuovamente chiesto con forza al re saudita di ordinare l’immediato rilascio di tutti i prigionieri di coscienza, con la cancellazione di tutte le accuse.

Per un’economia responsabile

Sabato l’Assemblea si è occupata dell’iniziativa per multinazionali responsabili lanciata martedì. Nel corso di una tavola rotonda i rappresentanti di due multinazionali svizzere, Syngenta e Glencore, hanno preso posizione in merito all’iniziativa popolare, nel corso di workshop di approfondimento i membri di Amnesty hanno fatto domande critiche e poi, nella serata di sabato, hanno dato il via alla raccolta firme della città di Lucerna.

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