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L'OSPITEAffermazioni inqualificabili e problemi di comunicazione!

31.03.15 - 18:00
PPD e Generazione Giovani, Mendrisio
Affermazioni inqualificabili e problemi di comunicazione!
PPD e Generazione Giovani, Mendrisio

La Sezione PPD di Mendrisio stigmatizza contenuti, toni e modi dell’intervento proposto ieri sera in Consiglio Comunale dal presidente della Sezione PLR Tiziano Calderari che, evidentemente, palesa gravi difficoltà nel ponderare il taglio delle proprie prese di posizione pubbliche e seri problemi di comunicazione con i Municipali del suo partito, tra cui il vicesindaco avv. Samuel Maffi.

La Sezione PPD di Mendrisio censura con decisione le inqualificabili quanto gratuite accuse avanzate dal signor Tiziano Calderari nei confronti del Municipio di Mendrisio in occasione dell’ultima seduta del Consiglio comunale. Non avendo evidentemente di meglio da proporre per cercare di mettersi in luce, il presidente della Sezione PLR, nell’ambito delle discussioni relative alla richiesta di ratifica a posteriori di alcune spese, resesi necessarie nel corso dei lavori di realizzazione del Centro di pronto intervento (CPI), è giunto addirittura, a fronte di una decisione condivisa all’unanimità da tutto il Municipio e poi ratificata dal Consiglio comunale, a formulare una richiesta di dimissioni del Capodicastero costruzioni avv Matteo Rossi. Richiesta che, evidentemente, non può che essere rispedita al mittente con l’invito al presidente della seconda forza politica del Comune a valutare con maggiore raziocinio e responsabilità quanto decide di proporre nelle sedi istituzionali. La richiesta è totalmente fuori luogo e inopportuna, ma soprattutto è indirizzata alla persona sbagliata poiché la responsabilità politica del dossier non è nelle mani del dicastero costruzioni, ma di quello di sicurezza e polizia, diretto da un municipale PLR tra l’altro vicesindaco. Un maggiore approfondimento del dossier e una maggiore comunicazione permetterebbero di evitare figure colossali e di essere fuori luogo.

Errare humanum est dicevano i latini ma appare qui quantomeno utile precisare che a sbagliare può essere solo chi fa qualcosa. Portare avanti un progetto importante qual è quello del Centro di pronto intervento (CPI) non è una cosa semplice, a maggior ragione se nel corso della sua realizzazione deve essere modificato perché altri e nuovi attori pubblici decidono di prendevi parte, convinti della bontà dello stesso. Criticare e muovere rimproveri perché all’attenzione alla sostanza dei problemi non ha fatto seguito analoga attenzione al rispetto della forma delle decisioni è decisamente più semplice, ancorché perfettamente legittimo. Assodato il fatto che un errore di forma si è verificato, com’è per altro stato ammesso,chiarendo le ragioni e gli accorgimenti presi per evitare che inconvenienti analoghi possano nuovamente ripetersi in futuro, era lecito attendersi l’accaduto potesse essere ricondotto nelle giuste dimensioni. A maggior ragione da parte del presidente di un partito che, con due Municipali (che a loro volta avevano avallato la decisione di autorizzare il credito), condivide la responsabilità del governo della città. Sorprendentemente, ciò non è stato il caso, visto che il signor Tiziano Calderari ha pensato utile richiedere, nella sostanza, il commissariamento dell’Ufficio tecnico comunale e le dimissioni di almeno un Municipale. Il tutto, scivolando in una polemica gratuita e assolutamente sproporzionata per rapporto alla sostanza del problema.

L’invettiva proposta dal presidente della sezione PLR non può che essere, alternativamente, il frutto di un macroscopico errore di valutazione o del tentativo consapevole di voler strumentalizzare ad arte un errore formale per tentare di delegittimare l’operato di una compagine municipale che, coesa, sta affrontando in maniera efficace una legislatura indubbiamente segnata da condizioni quadro difficili, riuscendo comunque a portare avanti progetti strategici mantenendo salva una situazione finanziaria invidiabile per la quasi totalità dei Comuni ticinesi. La speranza è evidentemente quella che delle due ipotesi a valere sia la prima, non volendo dover giungere alla conclusione che, per cercare chissà quale tornaconto in chiave elettorale, il presidente di una forza politica presente in Municipio decida scientemente di cavalcare l’onda dell’antipolitica di più basso cabotaggio, presentando richieste che non possono che concorre a minare gravemente il rispetto per le istituzioni.

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