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L'OSPITEUn congedo parentale per chi adotta

30.01.15 - 19:30
Marco Romano, consigliere nazionale PPD
Un congedo parentale per chi adotta
Marco Romano, consigliere nazionale PPD

L’adozione è un percorso tanto impegnativo, quanto negletto da parte dello Stato. Tra i vari ostacoli, oggi, i genitori che adottano bambini in tenera età non possono beneficiare nemmeno di un congedo parentale pagato per accogliere il figlio durante le prime settimane nella nuova realtà familiare.

In risposta a questa necessità ho presentato un’iniziativa parlamentare che chiede l’adozione di un congedo parentale di dodici settimane a tutte le famiglie che adottano un bambino di età inferiore ai quattro anni. Nulla di trascendentale, semplicemente un allineamento alle condizioni vigenti per la maternità naturale. E’ infatti fuori discussione che un’adozione, accanto ad un importante dispendio di tempo ed energie psicofisiche, necessita anche di un periodo di adattamento alla nuova realtà; tanto per il bambino quanto per, entrambi, i genitori.

La proposta non è nuova. Da almeno un trentennio svariati progetti sono stati rigettati o per approccio prettamente ideologico (è un problema solo della famiglia, lo Stato non deve immischiarsi) o per questioni di costi e competenze cantonali. Negli scorsi giorni la commissione della sicurezza sociale e della sanità del consiglio nazionale ha approfondito la mia proposta e ha finalmente dato una svolta al sistema. Con 14 voti contro 10 ha deciso di approvare il principio e, previo consenso dei colleghi del consiglio degli stati, di elaborare un testo di Legge nella direzione proposta. La commissione desidera introdurre un congedo pagato per madri e padri che adottano un bambino sotto i quattro anni. La strada è ancora lunga e decisamente in salita. Mi rallegro tuttavia che finalmente si voglia riconoscere l’importante onere che grava sulle famiglie adottive.

Nel 2013 le adozioni di bambini sotto i quattro anni sono state in Svizzera solo 173. Nel 2013 erano ancora 263. Il calo di oltre il 30% è certamente anche dovuto in parte a condizioni quadro estremamente sfavorevoli e onerose per le coppie che decidono di adottare un figlio o si trovano nell’assoluta necessità di farlo. La tendenza è preoccupante.

Evidentemente nascita naturale e adozione non sono biologicamente comparabili. Nella quotidianità dei neo genitori vi sono tuttavia dei bisogni e delle sfide paragonabili. Si pensi alla creazione di un sentimento di appartenenza famigliare, alla reciproca conoscenza fisica e sentimentale. La mia proposta prevede dodici settimane con remunerazione all’80% a disposizione dei nuovi genitori da ripartirsi in maniera equa tra madre e padre o a beneficio di un solo coniuge. Settimane fondamentali da passare con il figlio per costruire solide radici per gli anni a venire. Obbligare un coniuge a rinunciare totalmente al lavoro o a sacrificare le proprie vacanze è irrispettoso nei confronti delle famiglie e del loro impegno.

Il Parlamento federale deve porre fine alla situazione discriminatoria nei confronti delle famiglie che adottano. Un congedo parentale è una misura di politica familiare concreta e fondamentale. E’ il momento di integrare a livello nazionale l’adozione alle norme relative all’indennità di perdita di guadagno. A “guadagnarci”, di fronte ad una spesa stimata in soli due milioni di franchi, è la Svizzera intera che ha assoluta necessità di sostenere le famiglie e la gioventù del futuro.

 

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