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WYNS, “Life Happens”: quando la vita scorre anche senza preavviso

ITALIAWYNS, “Life Happens”: quando la vita scorre anche senza preavviso

15.05.17 - 06:00
Andrea Cometti narra la genesi di “Life Happens”, il primo album della sua band, i WYNS
FOTO LINDA PROVINI
Da sinistra Alex Barassi, Alessandro Masci, Andrea Cometti, Ruggero Gargiulo.
Da sinistra Alex Barassi, Alessandro Masci, Andrea Cometti, Ruggero Gargiulo.
WYNS, “Life Happens”: quando la vita scorre anche senza preavviso
Andrea Cometti narra la genesi di “Life Happens”, il primo album della sua band, i WYNS

LUINO (VARESE) - Il combo - venuto alla luce nel 2006 e oggi condiviso da Alessandro Masci (voce), Andrea Cometti (chitarra, synth), Alex Barassi (basso) e Ruggero Gargiulo (batteria) -, dopo avere autoprodotto una demo nel 2009 e un ep - “A Place Like This” - nel 2011, lo scorso 27 marzo ha dato alle stampe - attraverso l’etichetta, di base a Roma, Bassa Fedeltà - il concept “Life Happens”. Prodotto da Martino Cuman (Non voglio che Clara) e registrato dal compianto Andrea Cajelli all’interno de La Sauna Recording Studio di Varano Borghi (Varese), il disco raccoglie dieci tracce di ottima fattura, da cui trasuda l’amalgama sonoro che la band, nel corso del tempo, si è cucita addosso, cibandosi, prevalentemente, in territori brit pop/new wave oriented.

Andrea, spiegami cosa si cela dietro all’acronimo WYNS…

«What’s Your Name, Song?: diciamo che è quanto “chiediamo” alle nostre canzoni poco dopo averle portate a termine in sala prove…».

Raccontami il processo di lavorazione dell’album…

«I brani hanno incominciato a prendere forma nel 2012, poco dopo la metamorfosi della line-up, con l’uscita dal gruppo di Matteo Ferroni (chitarra, piano) e la sostituzione di Lorenzo Balice (batteria). Nel contempo, ci siamo messi alla ricerca di un produttore, e Cajo (Andrea Cajelli, ndr) - con cui avevamo già registrato l’ep - ci ha messo in contatto con Martino, al quale, nel giro di qualche tempo, abbiamo affidato le prime demo».

Cosa vuoi dirmi dell’aspetto compositivo, in termini generali?

«Normalmente, tra le mura di casa lavoro alle strutture musicali che, in seconda battuta, tutti insieme in sala prove, adattiamo ai testi di Alessandro…».

Vuoi entrare nel dettaglio dei versi raccolti all’interno dell’album?

«Narrano ciò che accade, anche senza preavviso, nel corso della vita, nel corso dell’esistenza: le dieci tracce di “Life Happens” raccontano la storia di Lazarus, un modello arrivato, diciamo, a un punto di non ritorno…».

In quale modalità si sono svolte le registrazioni?

«A differenza dell’ep, registrato in presa diretta, per l’album abbiamo lavorato in multisessione… In una settimana, a fine 2015, con Cajo abbiamo inciso e missato l’intero disco…».

Dall’album sono stati estratti due singoli, supportati da altrettanti video…

«Il primo video - pubblicato l’anno scorso con una versione differente del brano - è uscito in supporto a “Daily Dream Routine”: si tratta di un clip, tra l’altro, girato tra Agno e Muzzano da alcuni ragazzi del Cisa (Conservatorio internazionale di scienze audiovisive) di Lugano. Un paio di mesi prima della realizzazione di “Life Happens”, invece, a fine gennaio, è uscito il video di “Lazarus”, messo a punto da Oscar Turri».

Dove collocheresti le maggiori influenze musicali della band?

«Arctic Monkeys, Franz Ferdinand... Malgrado sia convinto che da “Life Happens”, nel contempo, fuoriescano anche sonorità un po’ più retrò: e in questo caso citerei i Doors e Keith Richards… Richards che, tra l’altro, con Jack White, personalmente, potrei definire la mia maggiore fonte di ispirazione...».

 

 

 

 

 


 

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