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CANTONEMarky racconta i “suoi” Ramones

16.01.17 - 06:00
Marky Ramone (batteria) ha militato nelle fila dei Ramones dal 1978 al 1983 e dal 1987 al 1996, anno dello scioglimento del gruppo
20 MINUTI/MS
Marc Bell, alias Marky Ramone, classe 1956.
Marc Bell, alias Marky Ramone, classe 1956.
Marky racconta i “suoi” Ramones
Marky Ramone (batteria) ha militato nelle fila dei Ramones dal 1978 al 1983 e dal 1987 al 1996, anno dello scioglimento del gruppo

CHIASSO - Tra le mura del Palapenz, lo scorso 17 dicembre, nell'ambito di Espérance in Musica, in pochi minuti analizza quegli anni...

Marky, come ricordi le prime prove con i Ramones?

«Era il 1978 e, reduce dall’esperienza con i Voidoids, arrivai in sala: Joey (voce), Dee Dee (basso), Johnny (chitarra) e Tommy (batteria) provavano in un loft, sulla 23esima (New York, ndr)...».

Ricordi anche il primo show con la band?

«Certo, risale a giugno dello stesso anno, in Connecticut».

In realtà, quale fu il motivo che spinse Tommy a lasciare i Ramones?

«Tommy aveva cambiato i suoi piani… Qualche tempo prima, tra l’altro, vide un concerto del mio primo gruppo, i Dust, e fu lui a fare il mio nome agli altri…».

Come ricordi le registrazioni di “Road To Ruin” (Sire, 1978), il primo album dei Ramones a cui hai preso parte?

«Per due settimane “soggiornammo” all’interno dei Media Sound Studios: erano sulla 57esima. Per ogni canzone registravamo due take, e la migliore è finita sul disco...».

Con quali pezzi presero il via le session?

«Con “I Wanna Be Sedated”, “I Just Want To Have Something To Do” e “Needles and Pins” (cover dei Searchers, ndr)».

Nel 1993 i Ramones pubblicarono un album di cover, “Acid Eaters” (Chrysalis). Dodici tracce in tutto: come avvenne la selezione?

«Io, ad esempio, scelsi “Somebody To Love” (Great Society/Jefferson Airplane) e “7 and 7 Is” (Love). Joey “I Can’t Control Myself” (Troggs) e “When I Was Young” (Animals)».

Quali le altre cover che tu, personalmente, avevi tenuto in considerazione?

«“Kicks” (Paul Revere & The Raiders), “Talk Talk” (Music Machine) e “(We Ain’t Got) Nothin’ Yet” (Blues Magoos)».

Rispetto ad alcune cover pubblicate - come “Have You Ever Seen The Rain?” (Creedence Clearwater Revival) e “My Back Pages” (Bob Dylan/Byrds) -, da quanto mi sembra di capire, le tue scelte viravano verso il puro garage rock...

«Sì, direi di sì… Ho sempre seguito e amato molto quella scena…».

Dopo lo scioglimento dei Ramones, hai partecipato alle sessioni di registrazione di “Don’t Worry About Me” (Sanctuary Records, 2002), l’album di Joey pubblicato alcuni mesi dopo la sua morte. Cosa vuoi dirmi al riguardo?

«Joey voleva portare a termine quel disco a tutti i costi: non lo ha fermato nemmeno il cancro. Entrava e usciva continuamente dall’ospedale, e in quei pochi momenti in cui si sentiva un po’ meglio andavamo dritti in studio a registrare…».

Per concludere: come ricordi Joey, Dee Dee e Johnny?

«Joey era un tipo tranquillo, gentilissimo, introverso e molto timido… Dee Dee, il mio migliore amico di sempre, al contrario di Joey, era un uragano: tra i quattro, a livello compositivo, devo dire, era il più prolifico… Con Johnny, invece, avevo poco in comune, se non la passione per le locandine dei film di fantascienza anni Cinquanta…».

 

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