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BEST OFHodgson e il crimine del secolo

27.01.15 - 07:00
Roger Hodgson narra la genesi di “Crime Of The Century” – il terzo album del suo gruppo-madre, i Supertramp - originariamente pubblicato nel 1974 (A&M Recrods)
Hodgson e il crimine del secolo
Roger Hodgson narra la genesi di “Crime Of The Century” – il terzo album del suo gruppo-madre, i Supertramp - originariamente pubblicato nel 1974 (A&M Recrods)

ZURIGO - Lo scorso mese di dicembre, in occasione del quarantesimo anniversario della pubblicazione, il capolavoro firmato da Hodgson e da Rick Davies è stato ristampato (vinile, cd, dvd, blu-ray) aggregando la live performance che il combo tenne tra le mura dell’Hammersmith Odeon di Londra il 9 marzo 1975.

Roger, raccontami il processo compositivo del disco…

"Nel momento in cui io e Rick ci incontrammo, avevamo incominciato a dare vita ai testi con Richard Palmer, ma di seguito, nel 1971, quest’ultimo lasciò la band… Da quel momento io e Rick iniziammo a scrivere separatamente… Ogni composizione, di conseguenza, diventò sempre più personale…"

L’edizione per il 40esimo anniversario dell’album raccoglie il concerto all’Hammersmith Odeon… Come ricordi quegli istanti? 

"Straordinari… Nel corso di quel tour, la performance prevedeva l’intero “Crime Of The Century” e altri quattro brani (“Sister Moonshine”, “Another Man's Woman”, “Lady”, “Just a Normal Day”) che, di seguito, inserimmo nel quarto disco del gruppo, “Crisis? What Crisis?” (A&M Records, 1975)".

Raccontami il processo compositivo di “Dreamer”, la quinta traccia del disco…

"Era il 1969, avevo 19 anni ed ero un ragazzo con tanti sogni. Io e Rick avevamo appena comprato un pianoforte elettrico, un Wurlitzer: “Dreamer” fu la prima canzone che composi con quello strumento. Nacque esattamente così, come la senti sul disco… Incisi una demo con un registratore a due piste, cantando tutte le armonie vocali e trasformando, nel contempo, delle scatole di cartone in percussioni… Cinque anni più tardi, per le session in studio, utilizzammo quelle stesse incisioni, elaborandole qua e là, mantenendo però intatta l’essenza di quella versione embrionale… Amo suonarla dal vivo, ho l’impressione che il pubblico incominci a sognare…"

Nel corso del processo di lavorazione del disco tu e Rick avete dato vita a una nuova line-up… Cosa accadde esattamente?

"Ognuno di noi aveva deciso di proseguire per la propria strada, ma io avevo per le mani “Dreamer” e “School”, mentre Rick aveva appena portato a termine “Bloody Well Right”… Meglio di tutto ciò che avevamo fatto in precedenza… Con l’appoggio dell’etichetta, reclutammo Bob Benberg (batteria), John Helliwell (sassofono) e Dougie Thomson (basso), dando il via alle registrazioni…"

Raccontami le recording session… 

"Il disco venne registrato tra le mura dei Trident Studios di Londra. Effettuammo le registrazioni su un ventiquattro piste: le sovraincisioni erano così complesse che a un certo punto non avevamo nemmeno più la possibilità di ascoltarle contemporaneamente… E questo accadde soltanto nel momento in cui eravamo al lavoro sul missaggio finale… Fu un’esperienza straordinaria… "

Immagino esistano innumerevoli outtakes…

"Sì, diversi mix e demo, ma nessuna canzone inedita…"

L'album è stato co-prodotto da Ken Scott... Poco prima lavorò con David Bowie su "Hunky Dory" (RCA, 1971), "Ziggy Stardust" (RCA, 1972), "Aladdin Sane" (RCA, 1973) e “Pin Ups” (RCA, 1973)…

"Ken era il partner ideale… Da lui imparai moltissimo, soprattutto per quanto riguarda le tecniche di registrazione…"

Quali sono, secondo te, le influenze musicali confluite nel disco?

"A scena britannica, all’epoca, era incredibile… Ricordo che ascoltavo i Traffic, gli Spooky Tooth, i Family, i Jethro Tull, i Pink Floyd… Ma, alla fine, credo siano stati i Beatles a cambiare tutto quanto…"

In questi giorni il tuo tour fa tappa alle nostre latitudini… Cosa puoi anticipare a coloro che assisteranno alla tua performance domani a Ginevra e venerdì a St. Moritz?

"La setlist raccoglie ogni istante della mia vita… “Dreamer”, inevitabilmente, “The Logical Song”, “Give A Little Bit”, “Breakfast In America”, “It’s Raining Again”, ma anche composizioni legate alla mia carriera senza i Supertamp, come “In Jeopardy” e “Lovers In The Wind”… Inoltre, con ogni probabilità, mi prodigherò anche in uno o due brani inediti…"

Nel tuo futuro c’è quindi la pubblicazione di un nuovo album?

"I fan mi chiedono le nuove versioni dei “classici”… Quindi, immagino che, in una data ancora da definire, darò alle stampe il seguito di “Classic Live” (Red Spear Music, 2010), dal titolo “Classic Live 2”".

L’ex Supertramp si esibirà domani a Ginevra (prevendita ch.fnacspectacles.com) e venerdì al Badrutt’s Palace Hotel di St. Moritz (riservazioni tel 081 837 26 59).

 

 

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