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PRIME IMPRESSIONIFiat Tipo - Concretezza

21.09.16 - 01:12
Fatti e non parole. Per una volta una delle automobili più razionali in commercio proviene proprio dalla vicina penisola.
Fiat Tipo - Concretezza
Fatti e non parole. Per una volta una delle automobili più razionali in commercio proviene proprio dalla vicina penisola.

Tra i giornalisti specializzati nel settore automobilistico è ormai risaputo che le conferenza stampa dei costruttori italiani sono soventemente caratterizzate da tante belle parole che, però, tirate le somme non dicono nulla di concreto. Poi ci sono quelle occasioni in cui, anziché tanto fumo e poco arrosto, c'è sempre tanto fumo ma pure tanto tanto tanto arrosto. Perché nonostante tutta la retorica a loro cara, qualcosa di concreto tra le mani ce l'hanno davvero. Tanto che avrebbero potuto risparmiare tre quarti delle parole spese poiché, in ogni caso, ci sarebbe stato il prodotto a parlare da solo.

Parliamo in questo caso della FIAT Tipo, che dopo il debutto in sordina della versione quattro porte (che in cinque mesi, nonostante la fisionomia non proprio amata dai clienti europei, è riuscita a vendere oltre 22’000 esemplari) è giunta nella tarda primavera con carrozzeria a cinque porte e nel corso del mese di settembre debutta anche in versione familiare. Versioni, queste ultime, che saranno decisamente più apprezzate dalla nostra clientela.

Il concetto che sta alla base della nuova Tipo è che “ci vuole poco per avere tanto”. Vale a dire: tanti contenuti per poco prezzo. E infatti la versione d’accesso della quattro porte costa 15’990 CHF, la cinque porte 16’990 CHF mentre la Station Wagon 18’390 CHF. Il bello è che anche scegliendo il motore turbodiesel più perforante nell’allestimento più ricco e aggiungendo qualche accessorio è ben difficile superare i 25’000 franchi. E di contenuti, dicevamo, ce ne sono diversi: pensiamo all’infotainment “UConnect” con schermo tattile a colori da 7 pollici, il regolatore di velocità adattavo e la frenata automatica d’emergenza per evitare i tamponamenti cittadini.

L’accento è in ogni caso posto sulla praticità e sulla funzionalità. La cinque porte è lunga 4,37 metri mentre la Station Wagon 20 centimetri in più. Il bagagliaio della prima vanta la notevole capienza di 440 litri, la seconda addirittura di 550 litri. Oltre alla soglia di carico bassa, il piano può essere abbassato per massimizzare la volumetria o bloccato a 40° per stivare oggetti nella parte sottostante (doppio fondo). Ai lati del vano bagagli vi sono paratie laterali rimovibili per contenere piccoli oggetti o aumentare ulteriormente la larghezza del bagagliaio, e lo stesso è dotato di due luci, due ganci appendiborse e quattro ganci fermacarichi. Anche l’abitacolo non è da meno con numerosi scomparti per una capienza di 12 litri. Per migliorare l’accessibilità le portiere posteriori hanno un’apertura ad 80 gradi e nel padiglione sono presenti due “bolle” per aumentare lo spazio per la testa dei passeggeri posteriori.

Insomma: economica e pratica. Ma pure bella. Fatta eccezione per la cinque porte, che propone una fisionomia tutta incentrata sull’abitabilità a scapito dello stile. Non si può in ogni caso negare che sia dentro che fuori la Tipo abbia una sua personalità. A quale altra auto la si potrebbe paragonare? Più in generale a tutte quelle razionalissime, pratiche ed economiche vetture medie di produzione asiatica, con la Nissan Pulsar in testa. Con la differenza che rispetto ad esse la nuova torinese ha un grande valore aggiunto: il piacere di guida. Le potenze sia dei motori a benzina che turbodiesel spaziano da 95 a 120 cavalli. Sufficienti i primi, discretamente briosi i secondi. Con una guidabilità intuitiva e godibile, che rende piacevole girare il volante per affrontare una curva. Cosa che a molte sue concorrenti, purtroppo, manca. Merito sicuramente dei 9 milioni di chilometri di test a cui è stata sottoposta in fase di sviluppo, ma anche della cura progettuale. Basti pensare al coefficiente aerodinamico (Cx) di appena 0,29 ottenuto grazie a particolari spoiler e nolder, alla fisionomia della fiancata e della fanaleria. Oppure anche ai consumi, che nella versione più parsimoniosa hanno permesso di omologare un valore di 3,7 l/100 km grazie all’impiego di un pompa dell’olio rivista, della turbina a geometria variabile, di un circuito di raffreddamento ottimizzato e di una calandra con griglia attiva.

 

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