MINUSIODopo 33 anni la “Chevy” di famiglia ritorna in Ticino

Poteva sembrare una delle tante domeniche calde che si sono susseguite senza sosta nel corso di questa torrida estate, ma di sicuro per la famiglia Froesch di Minusio è stata una domenica speciale. Proprio nel giorno in cui di solito si riunisce l’intera famiglia, nella via che conduce alla casa di famiglia spunta nuovamente un’automobile che quella strada non la percorreva più da trentatré anni.

Non appena sente l’otto cilindri, quasi l’intera famiglia del primo proprietario - purtroppo scomparso qualche anno fa - si precipita in strada; l’emozione nel (ri)vedere quella lunga automobile americana nera è molto forte. Si tratta di una Chevrolet Impala del 1962 assemblata in Svizzera negli stabilimenti della General Motors di Bienne, acquistata il primo maggio del 1962 da Aldo Froesch. La moglie Giovanna si ricorda ancora oggi di quell’automobile: “Quando ho conosciuto mio marito la possedeva già, nel novembre del 1967 l’abbiamo usata per il nostro matrimonio e l’abbiamo tenuta per parecchi anni, esattamente venti, fino al 1982.” Le fa eco la figlia Francesca che si ricorda delle molte volte in cui lei, mamma, papà e le altre due sorelle vi andavano in vacanza. “Usavamo sempre questa perché in tre dietro avevamo tanto spazio ed il baule era enorme. Ricordo i parecchi viaggi in Toscana, a Punta Ala, oppure quelli fino a Roma. Mia sorella poi stava sempre male e doveva vomitare…” Sorella che smentisce prontamente mentre la mamma invece conferma, avviando una discussione ironicamente animata - che famiglia simpatica! Poi arriva il momento dell’album fotografico, in cui oltre al matrimonio l’auto appare anche nello sfondo di una foto del battesimo di una delle tre figlie, datata 1971, come pure in altri scatti della famiglia.

Aneddoti, storie e informazioni che rallegrano Bruno Schuler, proprietario della vettura, ripagandolo del lungo lavoro di ricerca partito dalla svizzera tedesca, luogo in cui risiede. L’automobile è stata in parte revisionata, si presenta in uno stato davvero dignitoso, riflesso delle cure che gli vengono dedicate. “Non ho voluto effettuare un restauro completo in quanto qualche traccia di utilizzo deve pur sempre restare. Considerati i primi vent’anni di intensa attività famigliare e i numerosi cambi di proprietà avvenuti nel ventennio successivo è giusto che sia così." Giovanna, oltre a meravigliarsi di come l’automobile sia in ottime condizioni ricorda che all’epoca, pur essendo comunque un po’ speciale perché originaria degli Stati Uniti, veniva utilizzata e considerata come un veicolo qualsiasi. “Ai tempi noi non le dedicavamo le attenzioni che oggi le dedica Bruno. Siamo davvero contenti che sia finita in buone mani. Negli ultimi anni ci siamo chiesti diverse volte “chissà dov’è finita?” e poi un giorno, all’improvviso, è arrivata una chiamata chiedendoci se fossimo interessati a rivedere la nostra automobile.”

Il piacere di sapere che un ricordo di famiglia, il quale lega la moglie al marito e le figlie al papà, continui ad essere conservato negli anni rincuora tutti. Una volta fatte le foto di rito nel giardino di casa, quando arriva il momento di fare un giro su strada Giovanna è visibilmente commossa, tanto da non volerci quasi salire. Anche se sovente vengono considerati oggetti e utilizzati quali meri mezzi di trasporto, le automobili sono testimoni di ricordi ed emozioni che viviamo mentre le possediamo o le guidiamo, e spesso e volentieri sono solo loro ad essere in grado di riportarci indietro nel tempo per rievocarle. Perché indipendentemente da quanto siamo appassionati o legati ad esse, che sia per un breve o lungo periodo della nostra vita, loro ci accompagnano sempre lungo il nostro cammino.