L’ornitologa Célia Dias ci ha parlato dei cugini di città delle rondini
BELLINZONA - Non chiamiamole rondini: sono balestrucci, i cugini di città. Un lettore ci ha inviato un breve filmato di centinaia di questi volatili radunati su un palazzo di Bellinzona. “Impressionante”, ha commentato l’ornitologa Célia Dias, presidente dell’associazione SOS Uccelli Selvatici. “Sembrano diverse famiglie che si sono radunate. Rimarranno insieme solo per qualche giorno”.
Signora Dias, come mai così tanti esemplari in uno stesso luogo?
“In questo periodo sono già state fatte una o due covate, i giovani escono dai nidi e formano i nuovi gruppi sotto la guida degli adulti. Si formano così le colonie con cui migreranno verso l’Africa a fine settembre, inizio ottobre”.
Ci sono tanti esemplari in Ticino?
“Ce ne sono sempre meno, come nel resto della Svizzera e dell’Europa negli ultimi 20 anni il numero è calato del 40 per cento. I balestrucci sono infatti stati inseriti nelle liste rosse, come specie minacciata”.
Qual è la minaccia più grande?
“Quando dopo la migrazione in Africa cercano di tornare alle nostre latitudini, a fine marzo inizio aprile, non trovano le zone ideali per fare le loro tappe, per riposare lungo il viaggio in luoghi naturali adeguati”.
In effetti come per le rondini la loro presenza è sinonimo di un ambiente naturale sano…
“Questo perché sono uccelli che si inseriscono in un ambiente equilibrato. Sono insetticidi naturali, quindi cercano ambienti con tanti insetti, sinonimo di ambiente poco inquinato, e mantengono l’ambiente in equilibrio. Svolgono un ruolo ecologico importante, aiutano anche a ridurre l’uso di insetticidi non naturali”.
Come è possibile distinguere i balestrucci dalle rondini?
“Sono della famiglia delle rondini, ma i primi vivono in città, fanno i nidi sotto i tetti, le secondo in campagna, nelle stalle, dove ci sono gli animali. Si differenziano anche nel piumaggio, le rondini sotto al becco hanno anche una macchia rossa, mentre i balestrucci sotto sono bianchi. Le rondini sono più eleganti, i balestrucci son meno longilinei”.
Se troviamo degli esemplari in difficoltà è giusto non toccarli?
“Differentemente da quanto è consigliabile fare con i merli o i passeri, è giusto recuperarli. Essendo una specie che raramente sta a terra, vuol dire che l’esemplare è in grave difficoltà e in pericolo. Non bisogna nutrirli, è importante chiamare la nostra associazione e portarli direttamente al nostro centro per la riabilitazione e la reintroduzione di uccelli selvatici di Losone. Inviando un’immagine al numero 078 956 41 38 sapremo subito dirvi di che uccello si tratta e consigliarvi al meglio”.
Ricevete diverse richieste di aiuto?
“Moltissime! E in particolare per i balestrucci, essendo uno degli esemplari più diffusi: nel 2014 è stato stabilito un record con 125 chiamate, sul totale di quasi 650”.
Statistiche interventi 2014 (www.sosuccelliselvatici.ch)