Segnalare le variazioni di prezzo al distributore, come in Germania: sembra un paradosso, ma per i consumatori sarebbe controproducente
LUGANO - Passare accanto al tuo distributore di fiducia e scoprire che la benzina è scesa di quel paio di centesimi che forse non fanno grande differenza, però fanno piacere. Approfittare subito del calo, anche se il serbatoio è ancora mezzo pieno; oppure attendere e sperare nel corso delle ore, perché invece il prezzo è incrementato.
Maggiore trasparenza, concorrenza più sana - Fantasia? Oggigiorno certo, a dispetto di quel che accade per esempio su in Germania. Dove i gestori, pena multe anche di 100mila euro, sono tenuti a segnalare ogni oscillazione di prezzo, perfino quotidiana: in vista di una maggiore trasparenza e una concorrenza più corretta, entrambe a presunto beneficio dei clienti.
L'app di Migrol: poi il nulla - Eppure la Svizzera, chiamata in causa sulla possibilità di comportarsi alla stessa maniera, nicchia. E se Migrol offre un'app dove confrontare i prezzi delle sue stazioni di servizio, gli altri si mostrano in genere perplessi, preoccupati da costi e fastidi. Ma non solo: «Dubitiamo che un sistema come quello tedesco sia utile», riflette interpellato Roland Bilang, direttore generale dell'associazione Petroleum.
Un mercato troppo statico - Variazioni da segnalare ci sarebbero pure. «È possibile che il costo al litro cambi anche nel corso della giornata, magari a seguito di un rifornimento in cui il carburante è stato pagato qualcosa in meno o in più rispetto alla volta precedente», ammette Renato Gazzola del Tcs, che a cadenza settimanale registra i prezzi medi alla pompa. «Ma il nostro è un mercato statico. Dipendiamo dalle importazioni e i costi di trasporto incidono sui prezzi, fissati a Basilea. Molto arriva dalle chiatte sul Reno».
E paradossale: «Per risparmiare, spenderemmo di più» - Quel che è un bene in Germania, dunque, si rivelerebbe quasi inutile in Svizzera. «Forse là si percorrono lunghe distanze in auto e scegliere il distributore conviene», ipotizza per i consumatori ticinesi il presidente Antoine Casablanca, bocciando l'idea. «Da noi, per risparmiare qualche centesimo, si finirebbe per generare traffico supplementare».
Non ci restano che i mezzi pubblici - Un guaio per l'ambiente, ma anche per il portafogli. «Se per spendere poco di meno si fanno chilometri in più», lascia intendere Gazzola la conclusione del discorso. Che, per Casablanca, dovrebbe prendere tutt'altra piega, virare su altri temi. «Chi vuole risparmiare dovrebbe fare scelte differenti. La prima domanda da porsi è: "Meglio l'auto o il mezzo pubblico?". La questione allora si farebbe più interessante».