Dopo il +3,5% del terzo trimestre 2016, il Pil negli ultimi tre mesi dell'anno rallenta e sale dell'1,9%, una crescita invariata rispetto alla prima stima di gennaio
NEW YORK - L'economia americana continua la sua parabola di crescita lenta. Dopo il +3,5% del terzo trimestre 2016, il Pil negli ultimi tre mesi dell'anno rallenta e sale dell'1,9%, una crescita invariata rispetto alla prima stima di gennaio (la terza e ultima stima è attesa in marzo).
Un dato sotto le attese che 'gela' i falchi della Fed e lascia i consumatori e Wall Street ad attendere la 'ricetta Trump' che, secondo le assicurazioni del presidente, dovrebbe spingere la crescita fino al +4% l'anno, facendo tornare gli Stati Uniti a correre soprattutto se paragonato al +1,6% del 2016.
Le promesse della campagna elettorale, dal piano di investimenti per le infrastrutture al taglio delle tasse, restano per ora sulla carta. L'unico effetto degli annunci è quello di far volare la fiducia dei consumatori, schizzata a febbraio ai massimi dal 2001. Una fiducia che spinge gli americani a spendere: complici i progressi sul mercato del lavoro e il basso costo del denaro, i consumatori si confermano il motore di crescita dell'Azienda America.
Negli ultimi tre mesi dell'anno i consumi sono saliti più di quanto inizialmente previsto, avanzando del 3% e bilanciando il rallentamento degli investimenti aziendali e delle spese del governo. Un balzo importante che fa guadagnare tempo all'amministrazione Trump per definire le prossime mosse. A cercare di ridimensionare le attese sulle misure paventate dal presidente è il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin: la crescita può accelerare fino al 3%, ovvero un punto percentuale in meno rispetto all'obiettivo del presidente Donald Trump. E, soprattutto, serve tempo: l'accelerazione arriverà il prossimo anno, quando le nuove politiche saranno entrate pienamente in vigore. Wall Street timida attende indicazioni: la corsa al rialzo da quando Trump e' stato eletto e' rallentata, con gli investitori che ora chiedono fatti.
Cerca maggiore chiarezza dall'amministrazione anche la Fed. La ripresa che procede e l'inflazione che si muove verso il 2% sembrerebbero presagire un imminente rialzo dei tassi di interesse, forse anche alla riunione del 14 e 15 marzo. Ma la cautela, come più volte indicato dal presidente Janet Yellen, è d'obbligo: nonostante i progressi restano debolezze sul mercato del lavoro, soprattutto sul fronte dei salari. E soprattutto non si conoscono le politiche di Trump che potrebbero accelerare la crescita, costringendo la Fed a premere sull'acceleratore per il rialzo dei tassi. Le ultime parole prima della riunione di marzo Yellen le pronuncera' venerdi' prossimo, prima di entrare nel periodo di pausa che precede l'incontro.