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UNIONE EUROPEA«Le banche scoprano le carte sui derivati»

16.02.17 - 19:00
Il Parlamento europeo lancia un segnale alla Banca centrale e all'autorità bancaria europea
«Le banche scoprano le carte sui derivati»
Il Parlamento europeo lancia un segnale alla Banca centrale e all'autorità bancaria europea

BRUXELLES - Il Parlamento europeo lancia un segnale alla Banca centrale e all'autorità bancaria europea (Eba) perché l'esercizio di valutazione dei bilanci delle banche diventi più trasparente e più equilibrato. Ad esempio, prendendo in considerazione gli asset di livello 3, derivati compresi, detenuti soprattutto da banche di Francia e Germania.

L'indicazione - non vincolante - dell'Assemblea di Strasburgo è contenuta nel rapporto annuale sull'Unione bancaria, il secondo da quando il Meccanismo di supervisione unica (SSM) ha cominciato a produrre i suoi risultati, scrutinando le banche europee sistemiche per portarne alla luce eventuali debolezze. La risoluzione, che porta la firma della relatrice polacca Danuta Hubner, fornisce indicazioni ad uso e consumo dei supervisori. Per questo elenca sia le debolezze del settore bancario, sia del sistema di controllo messo in piedi dalla Ue per ridurre i rischi e riparare i bilanci.

Prima "preoccupazione" è l'elevato numero di crediti deteriorati, 1014 miliardi secondo i dati Eba di aprile 2016. È «cruciale» ridurli, scrivono gli eurodeputati, che accolgono gli sforzi fatti a livello nazionale ma riconoscono che risolvere il problema richiede tempo e che servirebbe uno sforzo anche a livello europeo.

La seconda raccomandazione «sottolinea i rischi derivanti dal possesso degli strumenti di livello 3, inclusi i derivati, e in particolare dalla difficoltà della loro valutazione». Si tratta di strumenti complessi, che qualcuno chiama addirittura tossici, non facili da capire né per il regolatore né per l'auditor della banca, e non sono facilmente liquidabili. Pochissimo presenti nei bilanci delle banche italiane, molto in quelle francesi e tedesche. Come tutti gli strumenti di questo tipo, riducono la certezza del settore. Ma attualmente non rientrano nel perimetro negli stress test di Bce ed Eba. Per questo la risoluzione del Parlamento europeo chiede intanto che «questi rischi vengano ridotti, attraverso una progressiva riduzione del possesso di tali asset», e poi chiede al Meccanismo di supervisione unico, cioè alla Bce, di rendere questo aspetto «una delle sue priorità e di organizzare assieme all'Eba degli stress test quantitativi» solo su questi strumenti.

Le banche italiane, finite nel mirino dei supervisori per le loro sofferenze, ma quasi del tutto prive di strumenti di livello 3, hanno sempre puntato il dito contro quella che considerano una disparità di trattamento. Che questa risoluzione, se presa in considerazione dalle autorità di vigilanza, potrebbe aiutare ad eliminare.

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