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CINA/STATI UNITIIl protezionismo di Trump fa paura alla Cina e Foxconn pensa allo sbarco

23.01.17 - 10:53
Si parla di un investimento di 7 miliardi e 50'000 posti di lavoro negli States. La Bce: «Le politiche degli Usa tengano in considerazione lo scenario internazionale»
Il protezionismo di Trump fa paura alla Cina e Foxconn pensa allo sbarco
Si parla di un investimento di 7 miliardi e 50'000 posti di lavoro negli States. La Bce: «Le politiche degli Usa tengano in considerazione lo scenario internazionale»

WASHINGTON D.C. - Non è un segreto che fra le priorità del neo-presidente Donald Trump, vi sia anche quella di riagguantare il primato manufatturiero internazionale introducendo una sorta di protezionismo commerciale che penalizzi i prodotti realizzati all'estero.

È opinione diffusa che fra gli obiettivi del nuovo governo ci sia una nemmeno troppo sottile guerra, a suon di sanzioni, pure con quel colosso che è la Repubblica popolare cinese. Pare quindi sensata la mossa di Foxconn - giga-azienda taiwanese di tecnologia cinese nota per produrre praticamente tutte le griffe tecnologiche fra Apple, Samsung, Acer e quant'altro - di pensare 

Si parlerebbe, stando a Fortune, di una maxi-sede specializzata in schermi e monitor, probabilmente in Pennsylvania, dal costo complessivo di 7 miliardi di dollari per 50¦000 posti di lavoro. «Ha senso, se ci si pensa», ha commentato il ceo Terry Gou, «gli Stati Uniti sono il primo mercato al mondo per quanto riguarda le televisioni ma sul loro territorio non hanno nessuna fabbrica che li realizzi».

Bce: «Il protezionismo è una cattiva idea» - Le nuove politiche trumpiane però, non piacciono alla Bce. Stando l'esponente della Banca centrale europea (Bce) Benoit Coeuré, infatti, il protezionismo è una "cattiva idea" dal punto di vista economico.

«Siamo in un mondo pieno di incertezze, economicamente e politicamente - spiega Coeuré in un'intervista ripresa da Bloomberg - abbiamo bisogno di un quadro di cooperazione internazionale. Quali che siano le decisioni del presidente Trump e la sua amministrazione, auspichiamo che vengano analizzate e discusse all'interno di una cornice internazionale, e in particolare del G20».

 

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