Il risultato operativo EBITDA è progredito del 36,9%, a 65,6 milioni di euro, mentre il fatturato è rimasto praticamente stabile (+0,5%) a 871,6 milioni di euro, si legge nel rapporto trimestrale pubblicato oggi. Per l'esercizio in corso, il gruppo manifesta un "prudente ottimismo".
S+B, che ha messo in atto un severo programma di riduzione dei costi, rileva con soddisfazione che si trova di nuovo in zona utili per la prima volta dal primo trimestre 2012. Il gruppo aveva chiuso l'esercizio 2013 con un rosso di 83,7 milioni di euro (102 milioni di franchi), comunque già ridotto della metà rispetto a quello del 2012 (162,8 milioni di euro).
S+B ha proceduto a fine anno a un cospicuo aumento di capitale e ha ridotto il debito di 60,9 milioni di euro rispetto ai 610,1 milioni di fine 2012. Gli effettivi sono rimasti pressoché identici, con 10'015 dipendenti.
Per l'esercizio in corso, in cui proseguirà la ristrutturazione, il gruppo si dice "prudentemente ottimista". Le nuove commesse sono in progressivo rialzo e le ordinazioni in portafoglio sono cresciute del 26,3% rispetto alla fine dell'anno scorso e del 36,9% rispetto a fine marzo 2013. S+B punta su una crescita del fatturato tra il 2 e il 5% (3,28 miliardi di euro nel 2013), e un EBITDA tra i 190 e i 230 milioni (141,7 milioni nel 2013).
S+B è nato nel 2007 dalla fusione dell'impresa siderurgica lucernese Swiss Steel (ex Von Moos) con con il proprio azionista principale, la società tedesca Schmolz+Bickenbach, di cui è stato mantenuto il nome. L'anno scorso il gruppo è caduto sotto il controllo dell'oligarca russo Viktor Vekselberg.