L'accordo avrebbe ripercussioni importanti per la Confederazione, e il ministro dell'Economia cerca di cogliere l'occasione
BERNA - Un accordo di libero scambio fra Stati Uniti e Unione europea avrebbe ripercussioni importanti per la Svizzera: Berna si sta quindi già muovendo in vista di un'eventuale intesa, fra l'altro approfondendo i possibili scenari che ne scaturirebbero. Si dovrà fra l'altro valutare se risulta possibile venir integrati nel progetto, ha spiegato il consigliere federale Johann Schneider-Amman alla radio svizzero tedesca SRF.
Secondo il ministro dell'economia, le aziende elvetiche orientate all'esportazione non possono permettersi il lusso di essere discriminate da una convenzione transatlantica. Per questo la Svizzera, insieme agli altri Stati dell'Associazione europea di libero scambio (AELS), ha chiesto un colloquio con il capo-negoziatore americano. In tal modo sono state assunte informazioni di prima mano.
Una prima analisi della situazione mostra che un mercato che dovesse riunire le due sponde dell'Atlantico potrebbe comportare gravi svantaggi per l'export elvetico, ha detto Schneider-Ammann. Si tratta quindi di verificare quali siano i margini di manovra per un coinvolgimento elvetico.
Le parti in trattativa non vogliono però al momento far sedere al tavolo anche la Svizzera. "Ci hanno segnalato abbastanza chiaramente che non intendono ampliare la cerchia del negoziato".
Occorre quindi pensare a come reagire se gli abboccamenti dovessero avere successo, con la nascita di un mercato unico di 820 milioni di persone su due continenti. Una possibilità sarebbe passare attraverso l'UE, chiedendo un adattamento degli accordi bilaterali. Un'altra - ha spiegato Schneider-Ammann - sarebbe invece quella di pensare a una forma di integrazione nell'intesa o a patti completamente nuovi. Berna intende quindi proseguire un intenso dialogo con gli Usa.
Ats